Catalin Ciobanu, uno degli evasi da Rebibbia, si è reso responsabile di un delitto che fece scalpore a Roma. Fu lui con altri complici a uccidere il commerciante egiziano Abdel Hamid Mohamed Lashein Ebrahim, 53 anni, padre di famiglia e titolare di alcune frutterie. Il cadavere dell’uomo fu trovato la sera del 28 ottobre di tre anni fa in uno sterrato vicino ad un laghetto artificiale alla Marcigliana, alla periferia di Fidene. Il cadavere era stato incaprettato. Agli agenti che intervennero si presentò una scena raccapricciante. Il corpo dell’uomo aveva i polsi legati, la camicia strappata, la testa nascosta da una siepe e il corpo ai bordi dello sterrato. Le indagini furono condotte dalla squadra mobile che arrestò alcune persone fra le quali l’evaso di Rebibbia. Il movente dell’omicidio fu una punizione per non avere pagato il ”pizzo” da parte del commerciante egiziano. Si trattò di un omicidio preterintenzionale. I sequestratori torturarono l’egiziano dopo averlo legato. L’uomo dallo spavento morì d’infarto.
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