Casamonica, al clan negozi ad affitti scontati e alloggi Ater nel feudo del boss

Martedì 25 Agosto 2015 di Lorenzo De Cicco
Casamonica, al clan negozi ad affitti scontati e alloggi Ater nel feudo del boss
Non solo case popolari. Anche negozi. I primi accertamenti sul patrimonio comunale dato in affitto, a canoni agevolati, ai membri del clan Casamonica hanno fatto emergere anche la presenza di «altre strutture», a destinazione «non residenziale», tra quelle occupate irregolarmente. L'elenco degli immobili da ieri è al setaccio della task force di trenta vigili urbani messa in campo dal Comune. I controlli andranno avanti ancora per 15-20 giorni. Poi sarà pronto il dossier, che verrà inviato in Procura.



NEL MIRINO

I casi sospetti sono circa 50, tra gli edifici di proprietà dell'amministrazione comunale e quelli dell'Erp (Edilizia residenziale pubblica). Non sempre però si tratta di appartamenti. «Stanno emergendo anche altri tipi di anomalie», spiega l'assessore ai Trasporti, Stefano Esposito. Non si tratterebbe quindi solo di abitazioni concesse a prezzi stracciati - in alcuni casi si parla di canoni da 70-100 euro al mese - ma, da quanto filtra, ci sarebbero anche immobili a destinazione commerciale.



FUORI DAL GRA

Il cognome Casamonica compare anche nell'elenco dei residenti delle case dell'Ater, l'Azienda territoriale per l'edilizia residenziale, gestita dalla Regione, anche se poi a stabilire l'elenco degli affittuari sono i singoli comuni.



I controlli effettuati nelle ultime ore dagli uffici della Pisana hanno fatto emergere situazioni inquietanti. Dentro il Raccordo anulare, nel territorio del Comune di Roma, non figurano esponenti del clan della Romanina.



Tre famiglie Casamonica invece abitano negli immobili Ater nell'area di Ciampino, proprio la zona dove risiedeva il boss Vittorio, celebrato nel funerale show di giovedì scorso. Tutte e tre le case sono state occupate abusivamente dai membri del clan negli anni '90. In due casi, l'irregolarità è stata sanata grazie a una legge regionale del 2006 che permetteva agli inquilini senza titoli di legalizzare la propria posizione.



IL PREGIUDICATO

In un caso invece l'occupazione è rimasta illegale. E così oggi la casa resta abitata - gratis e senza alcun requisito - dai famigliari di un membro del clan che addirittura sta scontando la pena nel carcere di Rebibbia. La Regione si è già mossa da tempo: la prima diffida è stata inviata nel 2013, appena si è insediata la giunta Zingaretti. Ma l'iter burocratico non permette di schiacciare l'acceleratore. Per lo sgombero, bisogna ancora aspettare.



«I risultati stanno arrivando ma non è un lavoro facile», ha spiegato ieri l'assessore alla Legalità, Alfonso Sabella. Le verifiche già effettuate nei mesi scorsi, avviate dagli uffici dell'assessore alla Politiche Sociali, Francesca Danese, hanno individuato 743 occupanti di case pubbliche «sprovvisti dei titoli». Concluso il procedimento amministrativo, anche in questi casi dovrebbero essere avviate presto le procedure di sgombero.



Secondo il capogruppo della Lista Marchini, Alessandro Onorato, le case comunali affittate irregolarmente sarebbero molte di più. «Sono almeno 2mila. Un vero e proprio racket gestito da clan di zingari, criminalità e movimenti per la casa dediti alle occupazioni abusive».



lorenzo.decicco@ilmessaggero.it
Ultimo aggiornamento: 14 Febbraio, 16:55
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