Brasiliana uccisa a Roma, italiano ammette: «Sì, sono stato io»

Giovedì 16 Novembre 2017 di Michela Allegri
Brasiliana uccisa a Roma, italiano ammette: «Sì, sono stato io»

«Sono stato io». Poche parole che ora gli costano l’iscrizione sul registro degli indagati, con l’accusa di omicidio volontario aggravato, per la morte di Norma Maria Moreira da Silva, la clochard brasiliana uccisa ieri in un sottopasso nel centro di Roma. È stata trovata nuda, con il volto insanguinato, una profonda ferita alla testa e una caviglia fratturata. Quando Aldobrando P., 55 anni, senzatetto romano, ha detto quella frase agli investigatori della Squadra Mobile, si è ritrovato in Questura, dove gli inquirenti lo hanno invitato a nominare un avvocato.
 

 

È clochard per scelta, ha piccoli precedenti per furto, per aver scippato alcuni turisti alla stazione Termini. Per un periodo ha vissuto insieme alla madre a Pietralata, ma poi aveva deciso di dormire per strada. Non è stato arrestato, perché in presenza del legale si è avvalso della facoltà di non rispondere e le prove a suo carico sono ancora troppo poche: quella confessione detta a mezza bocca e poi non confermata, non è utilizzabile dalla procura, perché resa senza garanzie di difesa. Per il cinquantacinquenne, sono quindi scattati l’iscrizione sul registro degli indagati, la fotosegnalazione e, soprattutto, il prelievo del dna, che in queste ore verrà confrontato con i residui di materiale biologico trovati sul corpo della donna. «Dice frasi sconnesse, ha un ritardo mentale, non è detto che sia stato davvero lui», racconta chi lo conosce.

Per il momento, la pm Silvia Santucci, titolare del fascicolo, non contesta la violenza sessuale, anche se tutto fa pensare che la vittima, 49 anni, sia stata stuprata. Quando è stata trovata era svestita: la maglietta bianca alzata fin sopra al collo, i pantaloni sfilati. Il volto irriconoscibile, coperto dal sangue. Gli indumenti accanto al corpo, insieme a una borsa. Nessun documento. È stata un’amica a identificare Norma Maria.

IL SOTTOPASSO
La donna abitava nel sottovia Ignazio Guidi, tra via Nomentana e piazzale della Croce Rossa, vicino a Porta Pia. È stato un addetto alle pulizie a trovare il cadavere e a dare l’allarme. Norma Maria dormiva in quel cunicolo da tempo, insieme al fratello e due amici. L’indagato frequenta gli stessi luoghi. Quando gli agenti hanno ascoltato lui e gli altri senzatetto che conoscevano la vittima, Aldobrando P. ha detto di essere coinvolto nella vicenda. Ora, è stato indagato a piede libero, in attesa di riscontri.

GLI ACCERTAMENTI
Ieri la pm ha incaricato il medico legale Edoardo Bottoni di effettuare l’autopsia, che si svolgerà stamattina all’istituto di Medicina legale della Sapienza. Gli investigatori hanno anche acquisto i filmati delle telecamere di sorveglianza che inquadrano il tratto di strada nei pressi di Porta Pia, dove si trova la rampa di scale che dal sottopasso conduce al marciapiede. Al setaccio i contatti trovati sul cellulare della vittima e gli ultimi messaggi scambiati. L’arma del delitto non è ancora stata trovata. Alcuni conoscenti della brasiliana, che a volte la ospitavano a casa, sono stati sentiti in Questura. Ascoltati come persone informate sui fatti anche i clochard che vivevano con lei nel sottovia - una colombiana e un marocchino - e i volontari di City Angels, l’associazione che fornisce supporto ai senzatetto.
Il cadavere di Norma Maria è stato trovato alle 9.30 di lunedì.
La donna era morta da ore: sarebbe stata uccisa intorno alle 4 del mattino. Era riversa in terra, con la faccia schiacciata sull’asfalto. Il volto coperto di graffi e il cranio completamente fracassato.

Ultimo aggiornamento: 11:27 © RIPRODUZIONE RISERVATA