IL CASO
Aveva colpito la compagna incinta con calci, pugni e spinte, ma a causa della riforma Cartabia non ci sono le condizioni di procedibilità perché la vittima all'epoca dei fatti non aveva sporto querela, quindi il processo non può proseguire.
L'aggressione, scaturita dopo un litigio tra i due, è avvenuta l'8 agosto 2022. È stata la vittima, una ragazza bielorussa oggi 29enne, a chiamare gli agenti dopo essere stata assalita con calci, spinte e pugni dal compagno nel sottopasso di viale del Policlinico, vicino al ministero dei Trasporti. All'arrivo dei poliziotti la donna, che si trovava nel piazzale di Porta Pia, era in evidente stato di agitazione e aveva segni di percosse al volto e agli arti, oltre a tracce di sangue addosso.
IL PROCESSO
Il giorno successivo il 35enne, che già aveva precedenti per spaccio e, secondo la vittima, non era nuovo a episodi di violenza, era stato sottoposto alla misura del divieto di avvicinarsi a 20 metri dalla donna e al divieto di dimora nel Comune di Roma. Ieri era fissata l'udienza, ma il giudice ha posto la questione della procedibilità introdotta dalla Riforma Cartabia (da poco entrata in vigore) e ha stabilito che non c'erano condizioni di procedibilità perché la vittima non aveva sporto querela nei confronti dell'imputato. Il reato è stato quindi estinto e l'uomo, a cui erano state già revocate le misure cautelari a gennaio 2023, è così definitivamente libero. La giovane aveva detto agli agenti di temere per la propria incolumità e per quella del figlio che doveva nascere, ma non aveva voluto querelare il compagno. Questo aveva fatto pensare al giudice che lo ha processato per direttissima che la donna avesse seriamente paura di lui e che quindi fossero necessarie le misure cautelari a cui era stato sottoposto subito dopo la convalida dell'arresto, lo scorso agosto. Necessarie anche perché lui stesso aveva affermato di vivere in una situazione di degrado: in un'abitazione precaria e senza una stabile attività lavorativa, oltre al fatto che per altri precedenti era già sottoposto al divieto di dimora nel Comune di Roma.