Potrebbe fare concorrenza alle migliori sceneggiature dei film sugli animali selvatici della Disney (dal Re Leone a Dumbo e Bambi) o di quelli di Kipling, chi non ricorda il Libro della Giungla con l’orso Baloo e la pantera Baghera, eppure è la realtà “quotidiana” del Centro di Recupero Fauna Selvatica della Lipu di Roma a Villa Borghese presso il Bioparco della responsabile Francesca Manzìa. «In un anno ricoveriamo circa 8mila animali selvatici e quelli maggiori - dice la Manzìa - li facciamo tra maggio e luglio, infatti in questi tre mesi di solito ne arrivano fino a 5mila».
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Il terzo caso è di uno scoiattolino caduto da un nido posto su un ramo di un albero: «Lo scoiattolino con i suoi occhi ancora chiusi e i movimenti non ancora coordinati è stato trovato a terra con qualche escoriazione, era caduto da un nido probabilmente attaccato da un predatore - continua Francesca - forse l’unico sopravvissuto dei fratellini che possono essere stati mangiati o da un uccello o da una faina che ha distrutto il nido, in questo caso era giusto prenderlo, quando sarà capace di mangiare da solo lo lasceremo libero evitando l’imprinting con l’uomo e facendolo crescere con altri scoiattoli che arriveranno al centro». Per l’ultimo è stato ricoverato, il gabbiano "intossicato" che vediamo sempre più spesso nei cieli di Roma e sui suoi cassobetti della spazzatura, propeio questo infatti porat molti di loro ad intossicarsi, mangiando plastica o "umido" non adatto a lui: «I gabbiani dice Francesca - arrivano da noi o con segni di traumi perchè investiti dalle macchine perchè intento a cercare cibo per i loro cuccioli tanto da non vedere le macchine che passanono, o intossicati dal cibo che mangiano dai cassonetti». Il centro di Roma accoglie migliaia di animali ogni anno, in cima alla lista i rondoni e altri volatili (civette, allocchi, passeri,merli, piccioni, gabbiani e quant’altro) che raggiungono l’80% di tutti gli animali ricoverati, anche se il “primato” dell’animale selvatico ospitato nel Centro di Roma, essendo stato il primo e l’unico fino adesso dal 1996, è stato di un gatto selvatico: «E’ stato un cucciolo di gatto selvatico ricoverato l’anno scorso in questo centro l'ospite unico e molto singolare cche abbiamo avuto fino adesso - conclude Francesca - è stato trovato vicino Amatrice che vagava da solo e debilitato, chi l’ha trovato pensava che fosse un gatto domestico, l’ha capito e ci ha contattato solo quando gli ha devastato casa». Morale della "storia", mai giocare ai veterinari e mai allevare un piccolo di un animale selvatico facendolo diventare un "animale domestico". (foto di Irene Alison)