Alla madre non rispondeva più al telefono da tre giorni.
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Le persiane chiuse, «perché non metteva il naso fuori da casa», come dice un vicino. Soprattutto nell'appartamento al primo piano c'erano psicofarmaci, bustine vuote e cartine. La donna avrebbe avuto problemi di tossicodipendenza, era stata aiutata in centri specializzati, ma poi come tante altre persone con disagi era rimasta in casa, affidata al solo sostegno della famiglia.
Una delle ipotesi seguite dagli inquirenti è che sia stata stroncata da un mix di antidepressivi e droghe. Sul posto la scientifica, la salma è stata messa a disposizione della magistratura. Solo l'autopsia potrà chiarire con esattezza il motivo del decesso. «Quella ragazza è sempre stata male - spiega chi la conosceva - era figlia di un medico, la madre le lasciava la spesa sull'uscio. Quando era in astinenza urlava e i pusher le portavano la droga a casa». L'ultimo a salire potrebbe averle dato la dose fatale.