Killer di Roma, piano premeditato: la pista dei video estremi da rivendere nel dark web

Gli inquirenti riaprono le indagini su tre “cold case” con analogie evidenti

Venerdì 25 Novembre 2022 di Valeria Di Corrado
Killer di Roma, piano premeditato: la pista dei video estremi da rivendere nel dark web

Il killer delle tre prostitute trucidate nel quartiere romano di Prati il 17 novembre scorso ha girato nell'appartamento di via Riboty un vero e proprio film dell'orrore. Il sospetto degli inquirenti è che Giandavide De Pau, accusato dalla Procura capitolina di triplice omicidio aggravato dalla crudeltà e dall'aver agito per futili motivi, abbia voluto improvvisarsi videomaker del crimine, per poi rivendere queste immagini di violenza e sangue sul dark web. D'altronde era sempre alla ricerca di soldi, visto la sua cronica dipendenza da sostanze stupefacenti.
SNUFF MOVIES
Esiste un vero e proprio genere, che si chiama snuff movie, ossia un film in cui il protagonista subisce varie forme di tortura e che spesso può finire con la sua morte.

La vittima, inconsapevole di essere un attore, viene uccisa. I cultori del genere sono disposti a pagare qualsiasi cifra per assistere a un vero omicidio in diretta. Nel caso di De Pau, i delitti - immortalati prima dalle immagini e poi dagli audio - sono addirittura due: quelli delle cinesi Yan Rong Li (56 anni) e Xiuli Guo (43 anni), quest'ultima irregolare sul territorio nazionale. L'uomo, molto probabilmente, si è recato nella casa dove si prostituivano con l'obiettivo di ucciderle. Lo dimostra, innanzitutto, la dovizia con la quale ha filmato gli ultimi istanti delle loro vite.

Giandavide De Pau e i video delle cinesi uccise: «Non voglio sentire le grida», durante l'interrogatorio si copre le orecchie


L'ORRORE
Ci sono due video, uno della durata di 14 minuti e mezzo e uno di 42 minuti e 44 secondi, «che documentano in maniera incontrovertibile e raccapricciante - si legge nell'ordinanza con cui il gip ha disposto la custodia cautelare in carcere per il 51enne romano - l'omicidio delle due donne cinesi commesso da Giandavide De Pau dopo aver consumato con le stesse rapporti sessuali ed aver preteso di rimanere solo con le due donne, mandando via altri clienti». Dopo aver ripreso il primo rapporto sessuale avuto con Xiuli Guo, l'uomo «sposta il telefono e s' inquadrano le scarpe che indossa, dopodiché il telefono viene appoggiato oscurando la telecamera, ma continua ad essere registrato l'audio e si sente entrare nella stanza l'altra donna cinese, Yan Rong Li». Anche con lei consuma un rapporto sessuale e poi, nel mentre, le chiede: «ce l'hai una birra, qualcosa da bere, il sakè ce l'hai ... ce l'hai qualcosa da bere di alcolico?». Poi dal sesso si passa alla furia omicida. «Al minuto 1:09 si sentono rumori e la donna urlare fortemente, ma il suono giunge come soffocato; entra l'altra donna (Xiuli Guo, ndr) che chiede «cosa fai a lei?». Subito dopo si sentono le urla strazianti anche della seconda donna che viene aggredita» e scappa aprendo la porta di casa e cercando aiuto dai vicini, ma il killer le dà il colpo di grazia. Così la cinese di 43 anni viene ritrovata agonizzante sul pianerottolo, nuda, in una pozza di sangue. Anche il suo rantolo finale viene registrato dal cellulare di De Pau.

Killer Roma, De Pau cercava un passaporto falso: avrebbe dato a un’amica 600 euro. Voleva fuggire all’estero


LA FUGA
A questo punto, preoccupato di essere stato scoperto, l'ex autista del boss Michele Senese scappa dal palazzo, probabilmente prendendo l'ascensore, all'interno del quale sono state trovate tracce di sangue. Per pochi istanti, in una sorta di sliding doors, il portiere dello stabile non lo incrocia perché sale al primo piano dalle scale. L'assassino, però, commette un grave errore e dimentica il suo smartphone sul luogo del primo delitto. Proprio per questo, quando se ne accorge, decide di accelerare la fuga cercando un passaporto falso. Le telecamere della zona lo immortalano che si allontana da via Riboty alle 10,41. Alle 11,21 arriva in via Durazzo 38, dove ucciderà - secondo la Procura di Roma - Martha Castano Torres, una prostituta colombiana di 65 anni, anche lei clandestina. Gli investigatori della Squadra mobile stanno cercando di ricostruire cosa abbia fatto in quei 40 minuti. Troppi per percorrere con la sua Toyota IQ, ripresa dalle telecamere della Rai, solo 700 metri di distanza. L'ipotesi è che in quei frangenti possa essersi sbarazzato della prima arma del delitto, per procurarsene una seconda. D'altronde è proprio la sorella, Francesca De Pau, a riferire agli inquirenti che Giandavide l'aveva chiamata «farfugliando di donne uccise, sangue e coltelli (al plurale, ndr)». L'autopsia, eseguita ieri al policlinico Gemelli, chiarirà se le coltellate sui corpi delle tre vittime siano state inferte con la stessa identica arma. I pm potrebbero contestare la premeditazione anche sulla base del fatto che l'uomo si fosse presentato con cappuccio, scaldacollo, occhiali da sole e mascherina.
Intanto, confermata l'anticipazione de Il Messaggero: sono tre i cold case che la polizia sta rianalizzando, alla luce delle notevoli analogie con i delitti di Prati. Un aiuto in tal senso arriverà dalla banca dati nazionale del dna, che rivelerà eventualmente se il profilo genetico di De Pau fosse già presente sulla scena di uno di questi crimini irrisolti.

 

Ultimo aggiornamento: 26 Novembre, 08:17 © RIPRODUZIONE RISERVATA