Killer a Roma, caccia a chi ha coperto la fuga del "biondo". De Pau sorvegliato a vista. «Dorme e non apre bocca»

Prima notte in carcere per il 51enne accusato di avere ucciso tre escort a Roma. Si indaga per ricostruire i suoi spostamenti. Forse è stato aiutato a sparire per due giorni

Lunedì 21 Novembre 2022 di Michela Allegri e Flaminia Savelli
Killer a Roma, caccia a chi ha coperto la fuga del "biondo". De Pau sorvegliato a vista. «Dorme e non apre bocca»

Non parla e continua a dormire. Quando si sveglia non fiata e il poco tempo trascorso con gli occhi aperti lo passa camminando avanti e indietro nella sua cella, indossando una felpa, un paio di jeans e le scarpe a cui sono stati tolti i lacci. Controllato a vista nel reparto Covid del carcere, dove dovrebbe restare per cinque giorni, Giandavide De Pau ha trascorso sabato la prima notte a Regina Coeli, dopo tre giorni insonni, tra psicofarmaci mischiati a droghe pesanti, culminati con l’accusa di omicidio di tre prostitute nel quartiere Prati di Roma. Omicidi che lui sostiene di non ricordare: «Ricordo solo il sangue», ha detto due giorni fa durante l’interrogatorio davanti ai pm. La difesa sta valutando di chiedere una perizia psichiatrica, ma intanto le indagini proseguono: il sospetto è che qualcuno abbia coperto “Il Biondo”, ex autista del boss della camorra Michele Senese.

I dubbi

Sabato all’alba, quando è stato fermato mentre era a casa della madre in zona Ottavia, aveva ancora i vestiti sporchi di sangue.

Ha raccontato di avere vagato per 48 ore a piedi per tutta Roma, senza mangiare e senza chiudere occhio. Un dato che non convince gli inquirenti: è improbabile che, mentre la notizia del triplice omicidio rimbalzava dai giornali al web, alle televisioni, quell’uomo confuso e insanguinato non abbia attirato l’attenzione di nessuno. Sembra più verosimile che il cinquantunenne si fosse nascosto e che qualche amico lo abbia aiutato a fare perdere le sue tracce per due giorni e a sbarazzarsi dell’arma del delitto, che non è stata trovata. Sono proprio questi spostamenti che gli investigatori della Squadra mobile stanno cercando di ricostruire: stanno sentendo decine di testimoni e analizzando centinaia di filmati estrapolati delle telecamere di sorveglianza per tracciare il percorso dell’indagato e per capire chi abbia incontrato.

All’appello manca anche l’auto di De Pau, una Toyota, a bordo della quale è stato visto raggiungere l’appartamento al civico numero 38 di via Durazzo, dove ha ucciso la prima vittima: la prostituta colombiana Martha Castano Torres. La stessa auto che lui ha detto di avere usato per arrivare in via Riboty 28, dove sono state uccise altre due escort di origine cinese. De Pau ha raccontato di avere visto un altro uomo dentro a quella casa, dove ha perso il cellulare prima di fuggire. Nell’interrogatorio ha sostenuto di avere avuto un blackout e di avere cercato di soccorrere una delle due donne, tamponandole una ferita alla gola. Ha detto di essersi allontanato a piedi, «avevo le mani sporche di sangue, sono sceso in strada».

A questo punto, di nuovo il vuoto: il cinquantunenne sostiene di avere vagato per 48 ore e di avere poi raggiunto il B&B a Termini dove abita l’amica cubana con la quale aveva consumato stupefacenti la sera prima dei delitti - il 16 novembre -, alla quale ha parlato degli omicidi e che gli ha prestato un telefono per chiamare la sorella. Gli inquirenti vogliono capire se, prima di venire sentita in Questura venerdì notte, la donna abbia aiutato De Pau a nascondersi. All’inizio della prossima settimana, assistito dall’avvocato Alessandro De Federicis, l’ex autista di Senese verrà sentito dal gip. Nei suoi confronti l’accusa è triplice omicidio aggravato.

 

Il carcere

«Mercoledì chiederò un incontro con De Pau per accertarmi delle sue condizioni - annuncia Stefano Anastasìa, garante dei detenuti per la Regione Lazio - È già sotto stretta sorveglianza perché va tenuto conto del suo trascorso (è in cura con psicofarmaci e ha alle spalle due ricoveri, ndr). Sarà necessario accertare che tipo percorso carcerario e psichiatrico dovrà essere predisposto». Nel frattempo il cinquantunenne ha già incontrato lo psicologo della struttura penitenziaria: «I prossimi colloqui - precisa Anastasìa - saranno determinanti anche per stabilire con quali modalità inserirlo nel regime carcerario». Almeno fino a giovedì proseguirà l’isolamento, come previsto dal protocollo attivato dallo scoppio della pandemia. Ma la cella continuerà ed essere sorvegliata notte e giorno.

Ultimo aggiornamento: 12:46 © RIPRODUZIONE RISERVATA