Roma, segue la moglie con il Gps: poi le coltellate all’amante. Un vicino evita la tragedia

L’indagato ha chiesto di patteggiare una pena di 4 anni e 6 mesi di carcere

Domenica 27 Novembre 2022 di Michela Allegri
Quarticciolo, segue la moglie con il Gps: poi le coltellate all amante. La vittima salvata dal vicino

Era convinto che la moglie avesse una relazione con un uomo che lui conosceva e, ossessionato dalla gelosia, ha piazzato un gps sull’auto di lei e ha cominciato a spiare i suoi movimenti.

Il pomeriggio del 6 agosto ha avuto quella che per lui era una palese conferma: la macchina della donna era a casa del presunto amante. Così non ci ha pensato due volte: si è presentato nel palazzo del rivale armato di mannaia e, quando lui è uscito dall’ascensore per entrare nel suo appartamento, ha iniziato ad accoltellarlo sul pianerottolo. Non lo ha ucciso solo perché è intervenuto un vicino, attirato dalle grida. Poco dopo il marito geloso è stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio e ora, per questa vicenda, ha deciso di patteggiare una pena di 4 anni e 6 mesi di reclusione. Il pubblico ministero titolare del fascicolo, Carlo Villani, ha dato il suo via libera e adesso sarà il gip a decidere, nell’udienza del prossimo dicembre.

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L’AGGRESSIONE

Sono passati tre mesi e mezzo da quando un trentacinquenne del Quarticciolo ha deciso di trasformarsi in investigatore privato per cercare di smascherare la moglie e il suo amante. Aveva capito che la donna lo stava tradendo e ha cercato di incalzarla per settimane, senza successo. In agosto, ha perso la testa e ha pensato di farsi giustizia da solo: ha messo un gps nella macchina della donna e ha iniziato a spiare ogni suo spostamento. Quando ha visto che l’auto era parcheggiata a casa del presunto amante, ha preso una mannaia dalla cucina - un coltello da macellaio con una lama lunga 30 centimetri - e si è messo in viaggio. Si è presentato a casa del rivale deciso a massacrarlo e c’è quasi riuscito. Sul pianerottolo, proprio davanti all’ascensore, gli è saltato addosso coma una furia e lo ha colpito con violenza «all’addome, al torace, al volto e al capo - si legge negli atti della Procura - compiendo atti idonei a cagionare la morte». Ha continuato a inferire su di lui anche mentre era già steso in terra, senza forze: dopo avergli sferrato alcuni fendenti alla schiena e averlo fatto cadere, si è messo in ginocchio sopra il presunto amante e, immobilizzandolo con le gambe, ha continuato a colpirlo con il coltello da macellaio. Non lo ha ucciso: è stato provvidenziale l’intervento di un vicino di casa che ha intimato all’aggressore di andarsene e poi lo ha colpito alla schiena con un ombrello. La vittima ha riportato ferite gravissime: una delle coltellate ha perforato un polmone. Trasportato in codice rosso al policlinico Umberto I, l’uomo, che ha 39 anni, è stato sottoposto a un delicato intervento chirurgico. Se il dirimpettaio non fosse andato a controllare sul pianerottolo, attirato dalle urla e dalle richieste di aiuto disperate, però, l’epilogo sarebbe stato molto diverso. La Procura non ha dubbi: l’indagato era deciso a uccidere e non c’è riuscito solo «per cause a lui non imputabili», si legge negli atti.

LA FUGA

Il trentacinquenne è fuggito, lasciando la vittima in un lago di sangue. Il marito geloso è stato arrestato poco dopo, con le accuse di tentato omicidio e di porto abusivo di armi. Incensurato, è stato trovato poco dopo l’agguato in via Locorotondo. Stava cercando di nascondersi. Aveva ancora in mano il coltello e indossava una maglietta sporca di sangue.

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