Roma, donna «stuprata per 24 ore» nel parco del Torrione: i giudici non le credono, assolti i due imputati

I fatti nel 2021, nel quartiere Pigneto. Un testimone: "Nessuna violenza, lei stava consumando droghe, poi si è sentita male"

Sabato 22 Aprile 2023 di Federica Pozzi
Roma, donna «stuprata per 24 ore» nel parco del Torrione: i giudici non le credono, assolti i due imputati

Lei ha denunciato di essere stata sequestrata e violentata per ore. Loro hanno respinto le accuse: «Siamo innocenti non abbiamo fatto niente», ha detto in aula Barry Soulaymane; «non ho mai usato la forza contro una donna», gli ha fatto eco Sankareh Ousman. Giustificazioni che hanno convinto i giudici: i due uomini, di origine africana, rispettivamente di 37 e 26 anni, erano stati accusati di violenza sessuale, lesioni personali, rapina e sequestro di persona nei confronti di una 55enne, ma ieri sono stati assolti dal Tribunale di Roma.

I fatti risalgono al 23 dicembre 2021.

LA DENUNCIA
Era stata la donna a raccontare l'accaduto una volta portata in ospedale: 24 ore di violenze subite nel parco del Torrione, quartiere Pigneto, dove si era recata per acquistare droga. I referti medici del pronto soccorso parlavano chiaro: 30 giorni di prognosi per un trauma emitorace sinistro, addominale e trauma da stress per la violenza subita, con almeno un parametro vitale compromesso. Pochi giorni dopo l'accaduto c'è stato l'arresto dei due imputati, rimasti fino a ieri nel carcere di Regina Coeli. La donna, sentita nel corso delle scorse udienze, ha affermato che quel giorno era sotto l'effetto di stupefacenti e, dalle relazioni dei medici del pronto soccorso, era emersa la poca lucidità dei suoi racconti. Aveva raccontato di essere stata minacciata con un coltello e colpita con spinte, schiaffi e pugni dai due imputati, di essere stata spogliata e abusata da Barry, mentre Sankareh faceva da palo e lo incitava a continuare. Non solo, secondo i suoi racconti, i due le avevano anche rubato 400 euro e un cellulare e l'avevano costretta a rimanere nel parco fino all'arrivo di suo cugino, che l'aveva liberata.

I dubbi sono iniziati a sorgere quando in aula si è seduto sul banco dei testimoni un uomo che era sul luogo delle presunte violenze: aveva di non avere assistito ad abusi, che i due imputati e la donna erano lì per consumare stupefacenti insieme e che era stato lui a chiamare il cugino della donna per dirgli che lei stava male e che doveva andare a riprenderla. La testimonianza del parente della donna non è però mai arrivata in aula: è sempre risultato irreperibile. Le relazioni della polizia scientifica hanno poi escluso la presenza di profili genetici sul corpo e sugli indumenti della vittima: non ci sono tracce di Dna che provino che ci sia stata effettivamente una violenza sessuale. «Vista la sensibilità delle attuali analisi di genetica forense è altamente improbabile non trovare tracce sul corpo della vittima», ha detto il consulente della difesa in aula.

LE DICHIARAZIONI
Gli imputati, già sentiti nel corso di udienze precedenti, hanno voluto rilasciare ulteriori dichiarazioni prima della sentenza. Hanno ribadito la propria innocenza: «Non facciamo queste cose, quando siamo arrivati l'abbiamo trovata che dormiva, poi si è svegliata e ha parlato con noi. Lei ha venduto il cellulare a Soulaymane a 40 Euro in cambio di droga, non l'abbiamo rubato. Stavamo fumando cocaina insieme», ha detto Ousman. «Non abbiamo compiuto nessuna violenza. Non ho mai usato la forza con una donna. Questa per noi è una disgrazia», ha aggiunto. Due anni e sei mesi di reclusione e 800 euro di pena pecuniaria, era stata la richiesta di pena della pm Eleonora Fini. Ma i giudici hanno deciso per l'assoluzione dalla contestazione di stupro con la formula «perché il fatto non sussiste». Barry è stato invece condannato a un anno, 8 mesi e 5mila euro di multa per la cessione di stupefacente. Per entrambi è stata disposta l'immediata scarcerazione.

Ultimo aggiornamento: 23 Aprile, 13:31 © RIPRODUZIONE RISERVATA