Roma, sgomberata l'ex stazione Prenestina: l'edificio (in disuso da 10 anni) era stato occupato da un'associazione ambientalista

Il blitz della polizia ieri alle 6 di mattina, traffico ferroviario rallentato: ritardi di circa un'ora per i treni dell'Alta velocità

Giovedì 30 Marzo 2023 di Fernando M. Magliaro
l'edificio in disuso da 10 anni era stato occupato da un'associazione ambientalista

Avevano occupato un edificio inutilizzato nella stazione FS di Roma Prenestina a inizio mese.

Ieri, la polizia ha sgomberato gli attivisti di "Laboratoria ecologista autogestita Berta Càceres": una cinquantina le persone allontanate senza che si siano registrate criticità.

Dopo l'allontanamento, gli occupanti si sono dati appuntamento prima al parco Pasolini per poi radunarsi nell'area dell'ex Snia e al parco delle Energie sulla Prenestina.

Lo sgombero ha comportato lo stop alla circolazione dei treni e conseguenti ritardi sulle linee che transitano alla stazione Prenestina. La nota di Ferrovie, infatti, conferma che poco dopo le 6 di mattina, all'arrivo della polizia, è stata sospesa la circolazione dei convogli sia sulla linea Alta Velocità Roma-Napoli che sulla ferrovia regionale 2, quella che collega Roma e Tivoli, sfruttando come tratta regionale, la linea fra la Tiburtina e Sulmona in Abruzzo.

Dopo quarantacinque minuti di blocco la circolazione ferroviaria è tornata regolare con inevitabili effetti sulla mobilità: «rallentamenti fino a 60 minuti per 10 treni Alta Velocità, cancellati 9 treni Regionali e 4 limitati».
Gli attivisti di Berta Càceres avevano occupato lo stabile non utilizzato nella stazione Prenestina lo scorso 4 marzo dopo un corteo che era partito dalla vicina Villa Gordiani. Quel giorno furono circa 150 i manifestanti che, riunitisi a Villa Gordiani, si mossero per andare ad occupare la palazzina di Fs.

I PRECEDENTI
Quella del 4 marzo conclusasi ieri, è la seconda occupazione che vede questo movimento che si definisce "ecologista" e che porta il nome di Berta Càceres, ambientalista dell'Honduras, leader del popolo indigeno Lenca e uccisa, dopo reiterate minacce, a inizio marzo 2016. I precedenti risalgono al 2022: sempre a marzo, gli ambientalisti di Berta Càceres avevano occupato una villa della Regione Lazio al numero 13 di via della Caffarella. La villa, chiamata Villa Greco dal cognome della famiglia che la trasferì alla Regione, era su tre piani - seminterrato e due fuori terra - con due dépandance. Nel 2022 i locali vennero occupati una prima volta e poi, dopo una ventina di giorni, sgomberati. Dopo di che, a distanza di un mese dall'allontanamento coatto, gli attivisti occuparono di nuovo. E di nuovo, tempo due mesi, vennero cacciati.
La Regione, una volta acquisita la villa al patrimonio, aveva deciso di utilizzarla per insediarvi gli uffici del parco regionale dell'Appia antica e i presidi del Corpo forestale e della Protezione civile. Poi, nel 2016, a via Cristoforo Colombo cambiano idea e la decisione è di vendere la villa per 3 milioni di euro, affidandola all'agenzia Invimit per metterla all'asta.

Dopo quell'occupazione due volte sgomberata, gli attivisti di Berta Càceres erano rimasti sostanzialmente in silenzio, fino a marzo di quest'anno quando hanno deciso di occupare la palazzina inutilizzata alla Stazione Roma Prenestina. «L'ex Stazione Prenestina è stata più volte oggetto di progettazione per diventare un luogo aperto al quartiere, uno spazio di socialità e cultura. Nulla però si è tradotto in realtà e a distanza di più di 10 anni dalla sua chiusura definitiva al pubblico è ancora in stato di abbandono totale», scrissero al momento dell'occupazione.

Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 09:49 © RIPRODUZIONE RISERVATA