Roma, Rossana Alessandroni morta dopo 10 ore sulla barella in attesa della Tac: ipotesi omicidio colposo

La donna, 67 anni, ha aspettato 10 ore in barella: aveva un'emorragia in corso

Mercoledì 9 Febbraio 2022 di Val.Err.
Roma, Rossana Alessandroni morta in attesa della Tac: ipotesi omicidio colposo

Un’inchiesta interna della Regione Lazio e un fascicolo per omicidio colposo. Procederanno su due fronti gli accertamenti per stabilire cosa sia accaduto al pronto soccorso dell’ospedale Vannini, le figlie di San Camillo, a Tor Pignattara, dove tra il 2 e il 3 febbraio una donna di 67 anni ha atteso per dieci ore su una barella una tac, mentre si contorceva per i dolori. Ed è morta dopo il tardivo trasferimento “d’urgenza” al Policlinico Tor Vergata. Rossana Alessandroni era arrivata in ospedale in ambulanza, con fortissimi crampi allo stomaco ed è rimasta dalle 14 alle 2 del mattino del 3 febbraio, quando gli accertamenti, dopo la lunghissima attesa, hanno rivelato che era in corso un’emorragia interna. La diagnosi di dissezione dell’aorta ascendente è stata corretta, ma sarebbe arrivata troppo tardi, così come il trasferimento d’urgenza e l’intervento chirurgico immediato. 


Gli accertamenti - Secondo il Vannini, a ritardare gli accertamenti, a fronte di sintomi generici, sarebbe stata l’applicazione del protocollo Covid, perché la paziente, al momento dell’ingresso in pronto soccorso, era stata sottoposta a tampone ed era risultata positiva. Il test, però, secondo i familiari, avrebbe dato un esito negativo al Policlinico Tor Vergata, dove, subito dopo l’arrivo, a dodici ore dall’inizio dell’emorragia, i medici hanno fatto un tentativo disperato di salvare la paziente con un intervento, che purtroppo non è servito, perché Rossana Alessandroni è morta in sala operatoria. 
I familiari sono decisi ora a presentare un esposto e sarà la procura a stabilire in primo luogo, se davvero la donna fosse positiva al coronavirus. Ma i consulenti degli inquirenti potranno limitarsi solo a confrontare i test dei due ospedali. E le cartelle cliniche, dall’ingresso in pronto soccorso al decesso. Perché non sarà possibile eseguire l’autopsia sul corpo della donna, visto che lo scorso 5 febbraio sono stati già celebrati i funerali e la salma è stata seppellita senza che fosse stata messa a disposizione dell’autorità giudiziaria. Gli accertamenti riguarderanno anche l’applicazione dei protocolli ospedalieri previsti per i casi di positività al virus e se siano stati rispettati. Un passaggio fondamentale, visto che, secondo i familiari della signora, il tampone a Tor Vergata avrebbe poi dato esito negativo, pertanto non ci sarebbero stati motivi per rinviare gli accertamenti. E la lunghissima attesa sarebbe stata motivata solo dall’incuria. Infine le verifiche dovranno stabilire se una diagnosi tempestiva avrebbe potuto salvarle la vita, con un intervento chirurgico che poteva essere eseguito dieci ore prima. L’ipotesi è di omicidio colposo. 


La regione - Intanto la Direzione Salute della Regione Lazio ha avviato un’indagine interna. In una nota si precisa che «È stato disposto stamani dalla Direzione regionale Salute - Area Rischio clinico un immediato audit clinico per definire tutti i passaggi assistenziali che hanno riguardato la signora Rossana Alessandroni». Si va «Dai tempi del soccorso, al decorso presso l’ospedale Vannini, i tempi dell’inquadramento clinico e le relative modalità operative ed il successivo trasporto all’hub di riferimento Policlinico Tor Vergata. Verrà tutto svolto con la massima celerità». 
E la nota conclude: «Ai familiari vanno le sentite condoglianze, assicurando che verranno chiariti nella massima trasparenza tutti i passaggi clinici».

In altre occasioni le attese lunghe attese dovute al rispetto del protocollo per i pazienti positivi al coronavirus avrebbero avuto conseguenze drammatiche. 

Ultimo aggiornamento: 5 Ottobre, 16:21 © RIPRODUZIONE RISERVATA