È caccia al branco che la notte di Capodanno al Prenestino ha insultato e aggredito la coppia di fidanzati. I carabinieri stanno analizzando le immagini di video sorveglianza di alcuni negozi lungo via Gabrino Fondulo, dove si è consumata la violenza. Dai fotogrammi gli investigatori stanno ricavando gli identikit degli autori del violento pestaggio e che verranno poi mostrati alle vittime per l’identificazione. Ma le indagini si stanno concentrando anche sul cellulare di una ragazza, la 19enne che aveva organizzato una festa in casa e i cui partecipanti sarebbero coinvolti nel pestaggio omofobo.
Come denunciato dal giovane aggredito, Stephano Quinto il 26enne di origini peruviane, la sera di Capodanno i due ragazzi (residenti al Prenestino) erano stati presi di mira dal gruppo che li ha notati dal balcone del primo piano di una palazzina intorno alle 22 mentre con un loro amico stavano andando verso la vicina stazione della metro. Quindi al rientro dopo i festeggiamenti, li hanno visti rientrare mentre si tenevano per mano. Dagli insulti e le offese sono passati alle mani: in quattro li hanno raggiunti in strada dove si è consumata la violenza. Al pestaggio si sono poi uniti altri amici fino a quando, con il timore dell’arrivo delle forze dell’ordine, sono scappati via.
LE CHAT
Le indagini dei militari sono partite proprio dall’appartamento dove si è svolta la festa e che le vittime hanno subito indicato.
I carabinieri hanno già ascoltato la padrona di casa, la 19enne appunto, a cui nelle scorse ore è stato sequestrato il cellulare. L’obiettivo è risalire all’identità degli aggressori e attraverso i messaggi, le chat e gli scambi sulle piattaforme social. I dati verranno poi confrontati con le immagini delle telecamere di video sorveglianza. Quindi la conferma definitiva che spetterà alle vittime.
Un’indagine complessa perché alla brutale aggressione avrebbero partecipato almeno dieci persone. Secondo i testimoni tutti «giovani tra i 16 e i 19 anni» che ora rischiano, a vario titolo, l’accusa di lesioni gravi con l’aggravante della discriminazione. Mentre è ancora da chiarire la posizione della 19enne che ha organizzato la festa degenerata in un selvaggio pestaggio omofobo.
LA SEGNALAZIONE
Le prossime ore saranno determinanti per chiudere il cerchio delle indagini che si stanno concentrando nel quartiere. Il sospetto è infatti che i giovani siano tutti residenti nel quadrante dove è esplosa la violenza.
Intanto ieri è arrivata una prima segnalazione sugli autori della violenza.
Un amico della coppia, che era con loro durante la prima aggressione verbale, ieri pomeriggio avrebbe infatti riconosciuto uno dei giovani. La segnalazione è stata subito riferita agli investigatori che stanno procedendo con accertamenti e controlli sul ragazzo segnalato.
A raccontare il drammatico episodio è stato il 26enne che ha riportato un trauma cranico e il naso rotto con una prognosi di venticinque giorni. «Stavamo rientrando dalla cena di Capodanno - ha riferito Quinto - camminavamo mano nella mano quando dal balcone ci hanno insultati: «Fro... di me...», «Tu hai il cappello più fro... di tutti». E poi la situazione è degenerata. Sono scesi in strada, ci hanno accerchiati. Botte, sputi, insulti. Un incubo. Adesso ho paura, non esco più di casa e non so se riuscirò a lavorare ancora. Il timore è di incontrare ancora quei ragazzi e di essere aggredito».
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