Roma, trovano un cadavere in cantina dopo i lavori di ristrutturazione: era lì da diverse settimane

Giallo a Centocelle. Il cattivo odore e la chiamata dei condomini alla polizia: poi la scoperta choc

Domenica 1 Ottobre 2023 di C. Moz.
Roma, trovano un cadavere in cantina dopo i lavori di ristrutturazione: orrore a Centocelle

In via delle Acacie, a Centocelle, la polizia è arrivata venerdì pomeriggio dopo una chiamata di alcuni condomini del palazzo molto preoccupati per un odore che non lasciava adito a sospetti. Proveniva da una delle cantine dell'edificio e si pensava, all'inizio, che fosse frutto di qualche animale morto. Un gatto o una colonia di topi che si erano infilati nel locale senza poi uscirne. E invece, una volta che la porta è stata aperta, la sorpresa: steso su un giaciglio di fortuna, un uomo ormai morto e da almeno diverse settimane, considerato l'avanzato stato di decomposizione del corpo. Su di esso il medico legale a una prima ispezione superficiale non ha rinvenuto segni di violenza o di aggressione e dunque si esclude l'ipotesi che l'uomo sia stato ucciso anche perché la porta della cantina era chiusa dall'interno. Tuttavia, come previsto, è stata disposta l'autopsia. Al momento non si può escludere che l'uomo sia stato colto da un malore o abbia ingerito delle sostanze che l'hanno mandato in arresto cardiaco.

In quella cantina non è stata trovata droga né armi solo il corpo, ormai quasi irriconoscibile dell'uomo. Chi era?

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I RESIDENTI

Gli agenti del commissariato Prenestino, che indagano sul caso, hanno ascoltato diversi residenti e fra questi una coppia che abita nel palazzo e che ha fornito un nome. I coniugi hanno infatti raccontato di aver incaricato qualche mese fa a un operaio egiziano, conosciuto in zona, dei piccoli lavori di ristrutturazione proprio nella loro cantina. Un locale poco utilizzato e quasi mai frequentato che serviva per lo più a raccogliere tutto ciò che non trovava spazio in casa. L'operaio avrebbe dovuto - come poi ha fatto - rimbiancare le pareti e sanare le stesse da muffe e macchie di umidità. «Gli abbiamo dato le chiavi - hanno detto i due - per evitare che ogni volta bussasse, a lavoro finito l'abbiamo pagato e non l'abbiamo più visto ma non possiamo escludere che si sia fatto una copia delle chiavi e che abbia sfruttato la cantina, a nostra insaputa, per viverci».

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La ricostruzione sarebbe molto credibile ma nel locale gli agenti non hanno trovato documenti o altro che potesse confermare fin da subito il nome fornito loro dai coniugi. Motivo per cui, al corpo la polizia Scientifica ha preso le impronte per confrontarle con quelle inserite in banca dati. Al nome, fornito dai due, corrisponde già un profilo schedato: si tratta di un egiziano appunto di 50 anni con qualche precedente allo spalle. Ma per averne piena certezza bisognerà attendere l'esito della verifica fra impronte papillari e banca dati. Nessuno comunque aveva sporto denuncia per una persona scomparsa. L'ipotesi più accreditata combacerebbe con quella dei coniugi: l'operaio egiziano che fa una copia delle chiavi della cantina e approfitta del locale per viverci. Senza che nessuno lo sapesse e senza che nessuno lo abbia potuto aiutare quando si è sentito male.

Ultimo aggiornamento: 2 Ottobre, 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA