Nell’ambiente lo chiamano il “portoghese” per via delle sue origini: è nato a Lisbona 38 anni fa.
Via Atlante, Roma, sono da poco trascorse le venti quando si sentono dei colpi esplodere. Questa è una strada di periferia, abbastanza appartata, di quelle che non si conoscono e si devono cercare su Googlemaps pur essendo poi una parallela della più nota via di Torrenova. Qui il “portoghese” doveva incontrare quel qualcuno che poi ha premuto il grilletto, scaricando - sulla base dei bossoli rinvenuti - quasi per intero il caricatore.
L’ALLARME
Diversi residenti, che abitano in quelle palazzine alte non più di tre piani e che in molti hanno costruito mattone dopo mattone, danno l’allarme ma se ne guardano bene dallo scendere in strada: «E che ce facevamo sparà addosso pure noi?», diceva ieri mattina un uomo affacciato alla finestra. «Ao non te inventà che ho visto qualcosa eh», dice prima di rientrare in casa e chiudere la finestra pure con 30 gradi centigradi che si sentono neanche fosse agosto.
Ma torniamo a giovedì sera: il tentato omicidio si consuma quando il sole è già tramontato, la vittima viene mancata o, almeno, ha i riflessi pronti per riuscire a mettersi in salvo. Verrà sì, ferito, ma ad un mano e dai vetri dell’auto con cui poi proverà a fuggire che vanno in frantumi sotto il peso dei proiettili. Sul posto arrivano le volanti di polizia e gli agenti della Squadra Mobile che ricostruiscono quanto accaduto, trovando prova dei colpi esplosi e identificando la vittima.
LA RICOSTRUZIONE
Nonostante una prima reticenza, il “portoghese” alla fine dice qualcosa e racconta di un appuntamento che era stato fissato dopo che, alcuni giorni fa, aveva discusso con un uomo. Al riguardo il pluripregiudicato non farà in maniera esplicita dei nomi e dei cognomi, racconterà di questo incontro - senza neanche chiarirne i motivi - e ripercorrerà quanto avvenuto non appena arrivato in via Atlante. Una volta incontratisi, l’interlocutore non si perde in chiacchiere ma estrae la pistola iniziando a sparare proprio come se avesse premeditato quell’omicidio poi sfumato per un soffio. A indagare sul caso e a portare avanti le ricerche è la Squadra Mobile che ieri sera è riuscita a fermare l’aggressore. Si tratta di un italiano di 27 anni: in attesa di convalida, è indiziato di tentato omicidio.
LE INDAGINI
L’ipotesi più probabile, considerati i precedenti del “portoghese”, ma anche quelli del suo aggressore, è che il regolamento dei conti sia nato per la droga. Di certo a Roma si torna a sparare in strada, ancora una volta in periferia. A fine agosto si consumò davanti ad un bar di Guidonia un episodio: dei ragazzi scesero da un’auto e iniziarono a sparare contro dei giovani che erano fuori dal locale. A febbraio, nel giorno di San Valentino, in mezzo ad una strada di Acilia, fu ucciso un uomo che stava andando a lavoro. Si chiamava Paolo Corelli e il suo assassino è ancora in libertà.
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