Leonardo Lamma morto a Corso Francia, com'è avvenuto l'incidente? Il padre: «Incontreremo l'ultima persona che lo ha visto»

I genitori del 19enne morto giovedì scorso: «Decine di segnalazioni sui rischi della strada»

Lunedì 11 Aprile 2022 di Laura Larcan
Leonardo Lamma morto a Corso Francia, com'è avvenuto l'incidente? Il padre: «Incontreremo l'ultima persona che lo ha visto»

«Presto incontreremo l'ultima persona che ha visto Leonardo su corso Francia». Una testimone, una donna, che potrebbe essere la figura chiave per ricomporre quei minuti fatali della tragedia di Leonardo Lamma, il ragazzo di 19 anni, appena compiuti il 18 febbraio, morto lo scorso giovedì pomeriggio, perdendo il controllo della sua moto. «È importante sapere cosa ha visto e se può aiutarci a capire quello che è successo a Leonardo, a ricostruire la verità.

Per una giustizia nei confronti di Leonardo. Glielo dobbiamo». Stefano Lamma, il padre di Leo, parla a fatica. Sostiene poco lo sguardo, preferisce rivolgerlo altrove, perdendosi nel prato del parco.

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I PERICOLI
«Ci sono tante persone che in questo momento vogliono avere un contatto con noi, vogliono raccontarci le loro esperienze, condividere la pericolosità di corso Francia, testimoniarci le loro esperienze avute con moto e auto proprio in quel punto». Paola Scaglioni, la mamma di Leonardo, ha il dolore nella voce e la lucidità che fa brillare quei suoi occhi azzurri. Resta vigile, pesa le parole perché vuole raccontare tutto quello che per lei conta. Li incontriamo nel parco Mary Mount. Il sole è solo un tiepido conforto. «Una signora addirittura - continua Paola - ci ha scritto di aver avuto qualche giorno fa un problema con la macchina, perché proprio in quel punto su corso Francia a causa di una specie di scalino e di un avvallamento si è rotta una parte dell'asse». Una strada troppo pericolosa, dove la tragedia di Leo rischia di non essere l'ultima. Gli accertamenti dei periti continuano oggi, ma tutto è reso complicato dal manto stradale rifatto. I prossimi interlocutori potrebbero essere anche i funzionari del XV Municipio.

 


L'AMICIZIA
Intanto arrivano parenti e amici, tanti amici: di Leonardo, di Paola e Stefano. Si sono dati appuntamento in questo angolo verde non lontano dal laghetto di Vigna Clara. Quasi un prologo ai funerali che si terranno ad inizio settimana, nella chiesa Gran Madre di Dio a Ponte Milvio. Gli amici, dicevamo: «L'amicizia era un valore fondamentale per Leo. Penso, forse con un pizzico di presunzione, che ricalcasse i rapporti che abbiamo noi, io e Paola, con i nostri amici. Nei rapporti con i suoi coetanei era protettivo e rispettoso. Quando si verificava qualche sgarbo, ci rimaneva malissimo», racconta Stefano. «Leonardo era un puro, non vedeva malizia, non vedeva l'invidia, la gelosia, forse perché noi in famiglia siamo stati così - aggiunge Paola - Amico di tutti, ma gli amici veri erano quelli simili a lui, che condividevano i suoi stessi principi». Un'amicizia che condivideva con Gaia, la sedicenne morta con Camilla la notte del 22 dicembre 2019 mentre attraversava su corso Francia. E con Edoardo, il fidanzato di Gaia: «Edoardo è un ragazzo molto introverso, per Gaia non ha versato una lacrima, non perché non soffrisse, anzi, stava malissimo. Con Leonardo sta facendo la stessa cosa. Non fa vedere a nessuno che sta soffrendo, ma è devastato». Gli amici che non possono dimenticare il luogo dell'incidente, lasciano fiori e messaggi: «Venerdì scorso siamo tornati sul posto ed ero contornata da centinaia di amici, c'era tutto il mondo, continuavano a venire da me per darmi le condoglianze. Mi dicevano: è il migliore, è un angelo».
Una strada maledetta, corso Francia, che ha segnato le vite di questi giovanissimi amici, il murale di Gaia e Camilla e la colonna di fiori di Leo: «Come le antiche consolari romane scandite ai lati da mausolei funebri...», osserva Stefano. Ricordano quella notte di tre anni fa, e il giorno dopo: «Erano stati a cena insieme, ero andata io a riprendere Leo - racconta Paola - La mattina dopo, all'improvviso, l'ho sentito urlare disperato, non si calmava, piangeva, non si dava pace: aveva scoperto la notizia dai social». «È stato sofferente per almeno i tre mesi successivi - ricorda Stefano - andava anche male a scuola. Papà non ce la faccio, non ce la faccio, mi ripeteva».

Ultimo aggiornamento: 11 Ottobre, 15:52 © RIPRODUZIONE RISERVATA