Danilo Valeri, perché il ragazzo è stato rapito a Ponte Milvio? I clan rivali dietro il blitz: «Questo ci deve dare i soldi»

Erano sette, accento spiccatamente romano, ma treccine rasta e lineamenti nordafricani.

Sabato 24 Dicembre 2022 di Valentina Errante e Alessia Marani
Danilo Valeri, perché il ragazzo è stato rapito a Ponte Milvio? I clan rivali dietro il blitz: «Questo ci deve dare i soldi»

Il sequestro lampo, per dare un segnale inequivocabile al pluripregiudicato Maurizio Valeri, è andato in scena nella zona della movida romana in piena notte. «A zi', levate, fatte i ca.. tua che questo ce deve da' i sordi», così al buttafuori del locale, che ha visto il ventenne Danilo Valeri costretto a salire in auto hanno detto i ragazzi che lo portavano via.

Erano sette, accento spiccatamente romano, ma treccine rasta e lineamenti nordafricani. Il giovane, con la mascherina sul volto e il cappuccio della felpa ben calzato sul capo per non farsi riconoscere, ha afferrato per un braccio Oscar Benedetti, uno dei due vigilanti del Moku, sushi restaurant di Ponte Milvio, davanti al quale alle 2.30 tra giovedì e venerdì è stato rapito il ventenne. Era già accaduto. Nel 2013, quando gli uomini del clan calabrese Marando avevano sequestrato, con identiche modalità, il figlio di un esponente della cosca rivale. Ma anche in quel caso alcuni testimoni avevano chiamato i carabinieri. Il ragazzo era stato liberato dagli stessi sequestratori alcune ore dopo e agli inquirenti non aveva raccontato nulla. Gli arresti sono scattati due anni dopo. Ieri è accaduto lo stesso. Dopo mezza giornata di ricerche, l'inutile convocazione da parte della polizia dei genitori, perché fornissero una pista, Danilo si è presentato in Questura alle 4 di pomeriggio accompagnato dalla madre. Interrogato fino a sera dal pm Mario Palazzi, non ha fornito alcun elemento utile. Ed è stato assolutamente reticente.

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IL PRECEDENTE
E adesso gli inquirenti vogliono capire quale obiettivo volesse raggiungere l'avvertimento: spartizione delle aree di spaccio a San Basilio, dove proprio i Marando sono operativi e dove anni fa è stato arrestato Maurizio Valeri, o un debito. Nel caso del 2013 i Marando avevano deciso di rapire il ragazzo, perché la cosca dei Coluccio aveva investito nella costa jonica anche i capitali illeciti del clan ma i profitti non erano stati restituiti.
Le ricerche erano cominciate immediatamente. L'ultima cella a cui il telefonino del ragazzo si era agganciato l'altra notte era quella di Cinecittà Est, a pochi passi da via di Torre Spaccata. Ma poi le sue tracce lì si erano perse. Nemmeno l'ombra delle vetture usate dai sette rapitori: la Peugeot guidata da uno dei sudamericani e la Punto con il ragazzo con le treccine rasta e un altro complice a bordo.


LE IPOTESI
E sembra chiaro, agli inquirenti che il sequestro è un messaggio al padre di Danilo. Maurizio, 47 anni, nel maggio scorso era stato vittima di un agguato. Qualcuno gli aveva sparato alle gambe e lui era corso all'ospedale Sandro Pertini per farsi medicare, tenendo la bocca rigorosamente cucita all'incalzare delle domande degli investigatori. Nessuna collaborazione. Secondo gli investigatori a lui sarebbero riconducibili almeno due piazze di spaccio in quel di San Basilio, dove i clan hanno messo su una fiorente attività di spaccio h24. Ma i Valeri avrebbero anche interessi nel racket delle case popolari. Una delle ipotesi investigative è che la famiglia di Danilo avesse accumulato debiti per droga (il padre era stato arrestato in flagranza per traffico di stupefacenti nel gennaio scorso dai carabinieri), magari pestando i piedi a qualche boss di rango.


I MARANDO
E senz'altro singolare appare la nota diffusa ieri dall'avvocato dei Marando, residente tra i lotti di SanBa: «Conosciamo la famiglia, ci spiace per quel ragazzo, ma con il rapimento non abbiamo nulla a che fare». Durante il lungo interrogatorio di Danilo, la madre e il fratello sono rimasti fuori. Ma il ragazzo non ha collaborato. Eppure il commando che lo ha sequestrato avrebbe cercato Danilo per tutta la sera fino a individuarlo al Moku guardando una sua story su Instagram. Il gruppo - o chi li ha mandati - cercava l'azione eclatante: un sequestro prima del Natale tanto per fare capire che non si scherza. Un rapimento stile narcos di moda nella Capitale. Neanche una settimana fa, sempre la Mobile, ha arrestato tre persone implicate nel sequestro di due donne rom, tra i quartieri del Torrino e di Dragoncello: una ritorsione per aver sottratto un ingente quantitativo di stupefacente all'organizzazione rivale

Ultimo aggiornamento: 06:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA