Nel centrodestra spunta l'idea Dalla Chiesa per il Campidoglio. Giorgia Meloni prima ha lanciato la candidatura di Rampelli: «Perché Borgonzoni sì a Bologna e lui no a Roma? Non abbiamo certo complessi di inferiorità». Al no di Berlusconi e Salvini allora la presidente Fdi ha sparigliato le carte. E ha messo sul tavolo due candidature: Simonetta Matone, oggi sostituto procuratore Generale presso la Corte d'Appello di Roma, per 17 anni pm per il Tribunale dei Minori e in passato capo di gabinetto del Ministro Mara Carfagna.
E in seconda battuta proprio la figlia del generale Carlo Alberto ucciso dalla mafia, sorella dell'ex deputato Nando candidato sindaco del centrosinistra nel '93 a Milano. Ed è proprio sul secondo nome che Berlusconi non ha chiuso del tutto, anche se continua a insistere su Bertolaso. Ieri sera, alla cena con i coordinatori regionali di FI il Cavaliere ha detto di aver sentito l'ex capo della Protezione civile e ha assicurato che la candidatura è in via di definizione.
LE POSIZIONI
Dalla Chiesa e il Cavaliere si sono sentiti al telefono. La conduttrice tv, volto per anni della trasmissione Forum, per ora afferma di «non aver deciso». «Ringrazio per la fiducia - ha premesso al Tg1 - nei prossimi giorni dovrò incontrare Berlusconi e Meloni, e poi vedremo. Credo che Roma meriti il massimo rispetto e il massimo amore». Oggi Berlusconi, Meloni e Salvini torneranno a vedersi per ratificare l'accordo.
Con quest'ultimo che non avrebbe fatto salti di gioia, senza però affossare l'ipotesi Dalla Chiesa: «Può essere - ha confidato ai suoi - una buona pista, se non si trova niente di meglio è una valida possibilità». «Le alchimie partitiche non mi appassionano, lascio ad altri il gioco dei veti», taglia corto Marchini, «il civismo - aggiunge - non è contro la politica ma è la sola linfa che può ossigenarla». Dunque da parte del candidato civico nessun passo indietro: «Voglio con grande determinazione dare voce a quei romani liberi e forti che non si riconoscono nel Pd e nel Movimento 5 Stelle».
Anzi Marchini continua ad avere l'appoggio del partito azzurro. «Ci stiamo suicidando - si sfoga uno dei big di FI - a questo punto è chiaro che non c'è alcuna voglia di vincere». I capigruppo ieri sono stati ricevuti dal Cavaliere a palazzo Grazioli. Berlusconi non ha nascosto l'irritazione per le mosse di Meloni. «Non possiamo certo accettare i suoi veti. Se vuole candidarsi lei lo faccia, ma non cerchi scorciatoie».
Del resto la stessa Meloni non aveva escluso un passo avanti come extrema ratio.