Roma, l'ironia di Berdini fa infuriare Raggi

Martedì 14 Febbraio 2017 di Simone Canettieri
Raggi
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«Diciamo che sono come Totti? A volte posso stare anche in panchina». Paolo Berdini, l'assessore congelato, si sfoga con gli amici e aspetta. Aspetta che la sindaca Raggi sciolga la riserva con la quale ha respinto le dimissioni dell'assessore reo di critiche personali e politiche non proprio all'acqua di rose. «Ma a forza di stare in riserva - è stato ancora lo sfogo dell'urbanista - la macchina rimane a secco».

Oggi la telenovela (in Campidoglio lo chiamano «divorzio all'italiana») avrà un'altra puntata: nel pomeriggio è previsto l'incontro tra i proponenti dello stadio di Tor di Valle (la Roma e la società Eurnova) e il Campidoglio. «Teoricamente dovrebbe esserci Berdini», spiegano dal Comune. Ma sarà al tavolo? Fino a ieri sera sindaca e assessore non si erano sentiti.

Al momento l'unica comunicazione è a mezzo stampa. Berdini in una lettera aperta a Il Fatto ha spiegato che «se la Raggi vuole portare avanti la battaglia della legalità mi troverà al suo fianco» ma ha ribadito il proprio «no» all'operazione stadio, e cioè «una colata di cemento: la più grande speculazione edilizia d'Europa». In caso di ok al progetto, «le dimissioni sono già sul tavolo». Gelida la risposta della grillina: «Lui sa bene che ci sono dei dossier da portare avanti e per senso di responsabilità nei confronti di Roma e dei cittadini dovrebbe farlo».

Continua a leggere interviste e dichiarazioni, la sindaca, che sbotta: «Sinceramente non so dove trovi il tempo. C'è da lavorare e da lavorare tanto, noi lavoriamo anche fino a notte fonda». Chiosa della Raggi: «La pazienza delle persone ha un limite...». Di fatto però il Campidoglio va avanti su Tor di Valle. L'avvocato Luca Lanzalone, chiamato dai vertici M5S per curare la pratica, ieri sera ha condotto una riunione tecnica con il club giallorosso e oggi parteciperà a quella politica.

LA RIUNIONE
Di sicuro il «processo» a Berdini va avanti. La maggioranza ha avviato una due diligence sul suo operato: si spulciano i setti mesi di operato del «prof». Nel mirino ci sarebbe la sua azione poco efficace sui piani di zona. Ecco, attaccarlo sul piano amministrativo e non sulle dichiarazioni politiche contro il Campidoglio potrebbe essere la strategia per fare uscire l'assessore di scena. La difficile caccia al sostituto, fatto passare come tutor, va avanti. Il nome sondato in queste ore è quello di Alberto Coppola, docente della Federico II di Napoli. Per il vicesindaco Luca Bergamo le novità sul caso «ci saranno tra qualche giorno».

Anche in maggioranza ci sono diverse sfumature. Il capogruppo Paolo Ferrara prova a difenderlo: «L'assessore ha fatto anche cose buone». I vertici del M5S calcolano i rischi del cambio: l'ufficiale di Grillo in Campidoglio, il deputato Alfonso Bonafede, dice che non si è ancora deciso («Virginia sta facendo le sue valutazioni»).

La vicenda dell'assessore e quella di Tor di Valle sono legate da un doppio filo. Anche la base ribolle. «Beppe facce votà!» online, chiede con una pagina Facebook un consigliere M5S del Municipio VIII di Roma raccogliendo subito consensi. E' pronto, intanto, anche un altro appello pro urbanista firmato da una quarantina di colleghi (tra questi: Edoardo Salzano, Enzo Scadurra, Anna Marson e Carlo Cellamare). La rottura personale e politica sembra però vicina: «Non mi farò bollire - si è sfogato Berdini in queste ore - ancora per molto».
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