Marra, nell'inchiesta entra la chat con Raggi e Romeo

Mercoledì 4 Gennaio 2017 di Valentina Errante e Sara Menafra
Marra, nell'inchiesta entra la chat con Raggi e Romeo

Da quella chat riservata sono passati tutti gli atti della giunta capitolina dal 7 luglio, giorno in cui si è insediata, al 16 dicembre, data dell'arresto di Raffaele Marra. Adesso le conversazioni dei Quattro amici al bar, sono finite agli atti dell'inchiesta su Marra, arrestato per corruzione. Il gruppo whatapp che vedeva come partecipanti: Virginia Raggi, Daniele Frongia, ancora vice sindaco, Raffaele Marra, braccio destro della sindaca, e Salvatore Romeo, funzionario comunale elevato a capo della segreteria dalla Raggi. Oggi potrebbero essere depositate al Tribunale del Riesame, che dovrà esaminare la posizione dell'ex numero uno del personale in Campidoglio.

GLI ATTI
La chat di contatti continui, nella quale i quattro si scambiavano idee e commenti, è stata acquisita dal telefonino sequestrato al momento dell'arresto a Marra. Ed è lo stesso ex braccio destro del sindaco, adesso, a chiederne il deposito al Tribunale del Riesame.

Le conversazioni sono state acquisite dal pm Barbara Zuin, titolare del fascicolo come la maggior parte dei documenti trovati nell'ufficio, in casa e nei supporti informatici utilizzati dal principale indagato del fascicolo. La procura vuole dimostrare che nel passaggio tra la precedente e l'attuale amministrazione Marra ha sempre mantenuto e poi esteso il proprio potere. Per questo il costruttore Scarpellini, che nel 2013 gli avrebbe dato 367mila euro per acquistare un appartamento, avrebbe avuto tutto l'interesse a mantenere aperto il rapporto con un funzionario del suo livello, il quale, al telefono gli dichiarava massima disponibilità. Ma da quelle conversazioni, allo studio della procura come l'enorme mole di documenti sequestrati a Marra, sarebbero emersi altri aspetti sull'amministrazione capitolina e sulle nomine firmate dalla Raggi, al centro di un'altra inchiesta, che potrebbe vedere direttamente coinvolta la stessa sindaca.

IL TRIBUNALE CIVILE
Intanto, è alle battute conclusive lo scontro davanti al tribunale civile sulla validità del contratto firmato dai consiglieri comunali romani e dallo stesso sindaco Raggi in vista della candidatura. Il prossimo 13 gennaio la prima sezione entrerà nel merito del ricorso presentato dall'avvocato Venerando Monello e sostenuto dalla senatrice Monica Cirinnà e dalla deputata Stefania Bianchi. Ma l'elemento che fa riflettere, e potrebbe accendere ulteriormente le tensioni interne ai Pentastellati, è che le due memorie conclusive presentate da un lato dagli avvocati del sindaco di Roma Virginia Raggi e dall'altra da quelli di Beppe Grillo in quanto leader del Movimento, hanno posizioni ben diverse tra loro. La prima, infatti, accetta come ipotesi l'idea che nessun attivista ha mai dichiarato in pubblico. Al contrario i legali di Grillo spiegano, nella loro memoria, che il risarcimento danni per chiunque violi il contratto, ovvero codice etico, è perfettamente esigibile. Dunque, a meno di un intervento da parte del tribunale, resterà valido anche dopo il nuovo regolamento che lo stesso Grillo ha messo ai voti nei giorni scorsi: «Non è prevista alcuna penale, ma solo una pretedeterminazione economica -scrivono i legali - di un possibile danno all'immagine che potrebbe subire il Movimento 5 Stelle da condotte colpose o dolose dei candidati, commisurata all'importanza della competizione elettorale». Se anche il tribunale dovesse annullare questo accordo, la preoccupazione resta, dice l'avvocato Monello: «Ancora una volta è un'occasione persa. A decidere è solo l'arbitrio del capo chiamato Grante, ovvero Grillo. E si aggira la legge attribuendo ad una Srl funzioni che non può assumere: ovvero la direzione di un partito politico».

 

Ultimo aggiornamento: 5 Gennaio, 18:05