Campidoglio, rapporto choc: «Corruzione in tutti i settori»

Lunedì 25 Gennaio 2016 di Lorenzo De Cicco e Giuseppe Gioffreda
Campidoglio, rapporto choc: «Corruzione in tutti i settori»

Nel corso del 2015 «si può constatare che gli eventi corruttivi verosimilmente hanno attraversato trasversalmente tutte le aree a rischio» di Roma Capitale, vale a dire 26 dipartimenti e i 15 municipi. Dai Lavori Pubblici all'Ambiente, dalle Politiche sociali alle Politiche Abitative. Perfino nelle unità che avrebbero dovuto occuparsi del «controllo sul territorio» hanno fatto breccia fenomeni di «maladministration», si legge nella “Relazione annuale Anticorruzione” redatta dal segretario generale del Comune, Serafina Buarné, a capo anche della Direzione Trasparenza. Un rapporto che usa toni durissimi nei confronti dei dipendenti pubblici della Capitale, descrivendo un contesto dove manca completamente «la cultura dell'etica» e in cui «la trasparenza viene vissuta come un mero adempimento».

CONTROLLI A RILENTO
È in questo ambiente che la criminalità riesce a infiltrarsi, approfittando di una macchina amministrativa «macroscopica», dove proprio «la dimensione e la complessità della macrostruttura costringono ad operare in condizioni di particolare difficoltà organizzativa». È qui che, anche dopo Mafia Capitale, «emerge la saldatura tra mafia e politica, che si realizza attraverso una rete capillare di relazioni, che mirano ad alterare le determinazioni della pubblica amministrazione». E proprio nei mille rivoli della burocrazia anche i controlli procedono a rilento, tanto che la stessa relazione riconosce che «l'obiettivo di realizzare la mappatura di tutti i processi risulta particolarmente oneroso e raggiungibile solo nel corso degli anni».
Solo nel corso del 2015, gli uffici del Personale hanno accertato 150 violazioni, di cui 61 per fatti penalmente rilevanti a carico dei dipendenti. In 26 casi si è trattato di responsabilità «legate a eventi corruttivi». Nell'organico del Comune di Roma, due impiegati oggi sono sotto procedimento per concussione, un dirigente e un dipendente «per concussione per l'esercizio della funzione», altri 14 lavoratori per corruzione «per un atto contrario ai doveri d'ufficio», 3 lavoratori sono sotto indagine per abuso d'ufficio, un altro ancora per rifiuto d'atti d'ufficio. Nell'ultimo anno 5 dipendenti sono stati licenziati, mentre un impiegato è stato sospeso dal servizio e dalla paga. In 57 se la sono cavata con sanzioni disciplinari.
Le aree più colpite, si legge nella relazione, sono quelle per l'Affidamento di lavori, servizi e forniture, ma anche, sembra un paradosso, l'Area Controlli, con 6 dipendenti sotto inchiesta.
Ma nel mirino dell'Anticorruzione comunale sono finiti anche i meccanismi di verifica sull'operato dei dipendenti. Il Regolamento del Sistema dei controlli interni, in vigore dal 2013, «in concreto non ha trovato attuazione», è scritto nel rapporto. E proprio la debolezza dei monitoraggi ha portato ad «escludere dal controllo le determinazioni il cui valore è sotto ai 200mila euro». Questo, nonostante i controlli siano aumentati del 43% rispetto al 2014. Ma la stessa Direzione Trasparenza ammette di avere poteri troppo circoscritti, potendo «limitarsi a segnalare irregolarità ai dirigenti, sollecitando provvedimenti sanzionatori».
Attraverso il piano Anticorruzione del Comune, bocciato però dall'Anac di Raffaele Cantone, oltre alla rotazione di 94 dirigenti, 21 funzionari, e 1.195 dipendenti, è stato attivato anche un meccanismo che permette ai lavoratori che riscontrano irregolarità sul posto di lavoro di fare segnalazioni anonime.
 

LE SOFFIATE
Proprio grazie al “Whistleblowing”, sono arrivate agli uffici del Personale 28 “soffiate”, in 2 casi i dipendenti hanno dichiarato di avere subito discriminazioni nei confronti dei colleghi denunciati e ne è stata informata la Procura.
Ma anche queste misure, ammette la relazione della Buarné (che verrà sostituita al Segretariato generale attraverso un bando fatto pubblicare per ordine del commissario Tronca) «hanno avuto un modesto impatto» e rappresentano «un piccolo tassello nell'architettura di Roma Capitale, che deve essere ripensata attraverso il diffondersi della cultura dell'etica» tra i dipendenti. Solo così i lavoratori scorretti potranno «essere emarginati e messi all'angolo».
 
Ultimo aggiornamento: 09:23