Prima un boato, poi grida strazianti. Sull’asfalto una donna e il suo cagnolino, un chihuahua bianco. A gridare è la sorella della vittima che era qualche passo davanti a lei ed è viva per miracolo. Pochi secondi, e la vita di Nicolina Vilardo, 69 anni da compiere a maggio, viene spazzata via.
Mamma di tre figli (un maschio e due femmine), e gli ultimi respiri su via Esperia Sperani, davanti al civico 112, a qualche metro da quella casa nelle palazzine popolari del quartiere Ottavia dove aveva vissuto per oltre trenta anni.
Roma, donna investita e uccisa a Ottavia: era sulle strisce. «È una strada maledetta»
LE INDAGINI
Il corpo di Nicolina è stato portato al policlinico Gemelli, l’automobilista in codice giallo al San Filippo Neri. È stato sottoposto ad alcoltest e drugtest. E potrebbe essere indagato come atto dovuto per omicidio stradale in attesa dei risultati dei test. Sul posto gli agenti della Polizia Locale del Gruppo Monte Mario che hanno effettuato i rilievi per stabilire l’esatta dinamica dell’investimento. C’è chi dice che la Smart abbia effettuato una manovra azzardata, un sorpasso, ipotesi, almeno ieri non confermata dai vigili che stanno ancora raccogliendo testimonianze. Fatto sta che la vita di una innocente non c’è più e una famiglia è distrutta. Per sempre.
«Era una bravissima persona - raccontava ieri un vicino, stravolto per il dolore - nel quartiere la conoscevano in molti, una famiglia tranquilla, grandi lavoratori». E poi esplode la rabbia per quella strada maledetta. L’incidente è avvenuto alla fine di una discesa dove anche ieri mattina le auto sfrecciavano.
«Sono morte altre persone in quella via - il racconto di Ferdinando Suraci, del comitato di quartiere - c’è una discesa, non si rispettano i limiti di velocità: da tempo chiediamo l’installazione di dissuasori, come dossi o un impianto semaforico per consentire ai pedoni di attraversare senza rischiare ogni volta la vita». Anni fa venne uccisa un’altra signora e il suo cagnolino, sempre mentre attraversavano sulle strisce. Stefano, vicino di casa di Nicolina, distrutto dal dolore, ieri chiedeva «più controlli dei vigili ma anche delle forze dell’ordine: hanno chiuso la caserma dei carabinieri e invece serve una sorveglianza quotidiana perché qui non si rispetta la vita». Intanto ieri sull’asfalto in tanti hanno portato fiori per Nicolina.
laura.bogliolo@ilmessaggero.it
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