Si sente male, va in ospedale e non trovano nulla di preoccupante. Se ne sta a casa per più di 24 ore sotto potenti antidolorifici. Passa un giorno in più, però, e la sorella vede che le cose si mettono male. Così è lei a chiamare il 118 per quattro volte: la prima poco dopo le 13 del terzo giorno, la quarta alle 15.29. Alla fine, Paula Onofrei, 29 anni, nata in Romania ma residente a via Isasca, a Casalotti, è morta in casa, davanti ai soccorsi.
Le chiamate
Secondo la famiglia, la prima telefonata è delle 13.03, con l'operatore che risponde che avrebbero mandato un'ambulanza. Il mezzo non arriva, così ricontattano il 118 per la seconda volta, alle 14.13. La situazione si aggrava. «Non ha più sensibilità alla lingua», racconta la ragazza. Ma l'ambulanza non arriva. Alle 14.57 chiamano per la terza volta. «Scusate, è la terza volta che chiamo, mia sorella sta peggiorando e ora non vede più, ha il corpo viola». I soccorsi, però, non arrivano. Così alle 15.29, per la quarta volta, Rebecca richiama il 118. A quel punto, urla: «Mia sorella sta peggiorando, che cavolo fate?». Da Prima Porta parte un mezzo che arriva in circa dieci minuti.
Il decesso
Tentano di rianimarla ma alle 17.14 il medico constata il decesso. Sarà poi l'esame medico-legale a scoprire che la ragazza è morta per uno choc settico secondario ad ulcera duodenale perforata complicata da una peritonite e da una polmonite. «Non vogliamo giungere a conclusioni affrettate ma siamo in fiduciosa attesa della magistratura per capire bene che cosa è successo. Bisogna fare luce», racconta Aurelio Padovani, l'avvocato della famiglia che ha presentato denuncia contro ignoti per omicidio colposo.