Alessia Sbal uccisa sul Gra dopo la lite, il camionista dice di non essere fuggito: «Non l’ho vista. Sono solo ripartito»

L'autista Flavio Focassati chiede l'abbreviato, così punta a uno sconto di pena. I reati contestati sono omicidio stradale e omissione di soccorso

Giovedì 26 Ottobre 2023 di Michela Allegri
Alessia Sbal uccisa sul Gra dopo la lite, il camionista dice di non essere fuggito: «Non l’ho vista. Sono solo ripartito»

Mentre guidava il suo tir sul Raccordo aveva travolto e ucciso Alessia Sbal che, dopo un diverbio stradale, si era fermata sul ciglio della corsia di emergenza. L'aveva investita e non si era fermato a prestare soccorso. Ora Flavio Focassati, l'uomo che il 4 dicembre del 2022 era alla guida del mezzo pesante, a poca distanza dallo svincolo di Casalotti, punta a ottenere lo sconto di un terzo della pena: ha scelto di essere giudicato con rito abbreviato. Nei suoi confronti il pm Stefano Luciani ha disposto il giudizio immediato, chiedendo il processo saltando la fase dell'udienza preliminare. I reati contestati sono omicidio stradale e omissione di soccorso. Inizialmente al camionista era stato contestato solo il secondo reato, visto che l'uomo si sarebbe allontanato dopo avere investito la Sbal senza chiamare i soccorsi. Dalle indagini sembra però essere emersa, almeno secondo la Procura, la responsabilità di Focassati anche in relazione al decesso: il camionista avrebbe effettuato una manovra azzardata nel momento in cui è uscito dalla corsia d'emergenza e si è immesso sulla carreggiata di marcia. E proprio a causa di questa manovra pericolosa avrebbe travolto con il tir Alessia.

La donna era rimasta in piedi sul ciglio della strada, dopo essere scesa dalla sua Panda a causa di un litigio avuto proprio con il camionista. Dopo l'incidente, lui sarebbe ripartito senza aiutare la donna, nonostante - secondo gli inquirenti - si fosse accorto di averla investita. Da qui la decisione di contestare entrambi i reati.

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LA DIFESA

Focassati era stato arrestato lo scorso marzo. Ha sempre respinto le accuse: «Non sono scappato via, ma solo ripartito. Non ho visto quella donna a terra. Come sarei potuto scappare?», si è difeso. L'uomo ha sostenuto di non essersi accorto di avere investito la vittima, perché non aveva la giusta visuale dal suo abitacolo, troppo alto. Ha anche detto di non avere visto il corpo a terra nemmeno dallo specchietto retrovisore. Una versione che, però, non ha convinto il pubblico ministero.

 

I TESTIMONI

Agli atti dell'inchiesta, la testimonianza di un'amica della vittima. Alle 20,34, il giorno dell'incidente, Alessia era al telefono con lei. «Ma che fa, è pazzo?», avrebbe detto la donna, riferendosi probabilmente a una manovra azzardata del camionista. Un altro testimone ha invece raccontato che la Panda e il tir avevano avuto una leggera collisione e che Alessia, a quel punto, avrebbe affiancato il mezzo pesante, costringendo l'autista a fermarsi. Poi ci sono le chiamate al 112, con la 43enne che chiede aiuto ed è agitata. In una delle telefonate si sente la voce in sottofondo del camionista: «Io me ne vado, io non ti ho fatto niente».
 

Ultimo aggiornamento: 10:02 © RIPRODUZIONE RISERVATA