Scuola a scartamento ridotto, manca il 20 per cento dei docenti e aumentano i professori che si scoprono “fragili” al Covid

Sabato 26 Settembre 2020 di Giacomo Cavoli
Scuola a scartamento ridotto, manca il 20 per cento dei docenti e aumentano i professori che si scoprono “fragili” al Covid

RIETI - Il ritorno in classe è un primo passo, ma non l’ultimo per riportare a pieno regime la macchina operativa della scuola. Se due giorni dopo l’avvio dell’anno scolastico tra gli studenti serpeggiano già nervosismo e stanchezza per il ferreo rispetto delle norme in aula, non va meglio dall’altra parte della cattedra sul fronte dei docenti, con nomine ancora da completare, insegnanti ancora sul piede dello sciopero sindacale da giovedì scorso e le prime attestazioni di docenti che, davanti al Covid, hanno ottenuto la certificazione della loro fragilità. 

Nomine da completare. «Ritardare di dieci giorni l’avvio della scuola ha senz’altro consentito di ridurre il rischio di vedere ancora più cattedre vuote di quelle che abbiamo oggi - spiega Luciano Isceri, alla guida dello Snals-Confsal di Rieti – Con l’inizio al 14 di settembre, nelle scuole reatine avremmo avuto circa il 40 per cento dei docenti in meno: aprendo invece giovedì, siamo riusciti a tamponare circa il 20 per cento, ma servirà ancora tutta la prossima settimana di lavoro per riuscire a completare le nomine. Molti docenti vengono convocati anche due-tre volte, perché magari possiedono l’abilitazione al sostegno oppure scelgono di rifiutare un incarico cercando di capire se, rispetto al loro titolo di studio, c’è la possibilità di insegnare le altre materie previste dalla loro classe di concorso. Per il personale Ata invece va un po’ meglio, perché per loro la chiamata viene effettuata direttamente dalla scuola».

Non bastassero le cattedre ancora da assegnare, anche a Rieti già dal primo giorno di scuola si sono registrate diverse assenze per l’adesione dei docenti allo sciopero promosso tra giovedì e ieri da Cobas e Usb, mentre oggi saranno le sezioni reatine di Cigl, Cisl, Uil, Snals e Gilda a prendere parte allo sciopero nazionale con appuntamento a Roma. 

La paura del Covid. Le cattedre da riempire, però, sono soltanto la punta dell’iceberg di quello che, si spera solo per quest’anno, rischia di essere uno dei problemi più complessi da affrontare anche nel Reatino, cioè quello dei docenti che, davanti alla minaccia del Covid, vengono scoperti “fragili”. «Il tema dei docenti fragili è abbastanza sfaccettato - prosegue Isceri – Ad oggi non abbiamo ancora i numeri di quanti hanno richiesto e ottenuto l’esonero dalle lezioni in presenza o lo spostamento ad altre mansioni, ma nel novero di coloro che stanno facendo o faranno richiesta di poter essere visitati dal medico per certificare il rischio della condizione di salute ci sono coloro che vengono invitati a contattare il medico dalla scuola stessa, già consapevole in passato del loro stato di salute. Molti chiedono invece la visita di loro spontanea volontà, mentre i casi più delicati sono quelli di coloro che, con patologie già pregresse e note ma non invalidanti ai fini dell’insegnamento, ora dovranno invece essere attentamente controllati, perché a causa del Covid il loro stato di salute potrebbe improvvisamente peggiorare». 

«Il contratto di lavoro nazionale non prevede certo il Covid, pertanto come Uil abbiamo chiesto di integrare il contratto alla luce di un decreto ministeriale o legislativo, per poter poi individuare meglio i lavoratori fragili - spiega Roberto Melchiorre, della Uil Scuola Rieti - Altrimenti con la malattia d’ufficio gli insegnanti rischiano persino il licenziamento».

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