RIETI - Sciopero della fame e un presidio fisso dentro Montecitorio per salvare bar e ristoranti.
«Con l'ultimo dpcm, Giuseppe Conte e il suo governo - ha dichiarato Caiata - hanno fucilato la ristorazione, settore che versava già in enorme difficoltà. Speravamo che, nei mesi passati, avendo avuto tempo e risorse, il governo potesse intervenire in maniera più mirata. Invece adesso ha deciso di chiudere tutto indiscriminatamente alle 18. Nulla infine ha detto su come e quando questo settore potrà ottenere le risorse per risollevarsi. Le imprese sono in ginocchio - ha continuato Caiata - per questo chiediamo al presidente del consiglio di venire in aula a riferire. Basta con le passerelle televisive, c'è gente disperata che ha bisogno di aiuti per poter continuare a lavorare».
«Non c'è una strategia precisa. Il governo - ha aggiunto Trancassini - non fa e non dice nulla sui trasporti, dove avvengono tanti contagi di persone che vanno a scuola o al lavoro. Il dpcm colpisce chi produce, tutta la filiera della ristorazione, dell'ospitalità e del turismo. La gente adesso ha veramente paura del futuro, perché si ricorda quanto è successo pochi mesi fa, quando il governo non ha mantenuto le promesse fatte. Lo sciopero della fame è un mezzo pacifico ma diretto. Lo attueremo rimanendo in presidio fisso all'interno di Montecitorio. Vogliamo mettere pressione a Conte a cui chiediamo impegni precisi per risarcire aziende e fare fronte alle necessità degli addetti alla ristorazione».