RIETI - Comune piccolo, accoglienza grande. Roccantica, borgo sabino di 580 anime, è uno dei centri della provincia che, se si mette in rapporto alla popolazione residente, conta la presenza maggiore di ucraini. Grazie alla generosità di due famiglie sabine che hanno messo a disposizione le proprie abitazioni, sono state accolte finora 11 persone. Tra loro ci sono quattro bambini in età scolare, una neonata e una ragazza di 19 anni. Sono due nuclei. Di uno, la storia, Il Messaggero l’aveva raccontata il 3 marzo, all’inizio dell’emergenza. Era quella di Massimo e Giovanna, residenti a Poggio Catino, che aspettavano l’arrivo della famiglia di Ivan. Oggi quasi 30enne, lo hanno conosciuto quando di anni ne aveva sei e fino alla maggiore età ha svolto a casa loro i soggiorni di risanamento proposti ai bambini provenienti dalle città ucraine situate nei pressi della centrale nucleare di Chernobyl, dove il 26 aprile 1986 esplose un reattore.
Le prospettive. La macchina dell’accoglienza del piccolo borgo di Roccantica è in piena attività e non intende fermarsi. «Stiamo organizzando per sabato - continua il primo cittadino - un incontro di benvenuto per i cittadini ucraini che serva anche come interlocuzione per capire quali siano i loro bisogni. Abbiamo contattato la nostra concittadina ucraina che ospita una delle famiglie, così che possa aiutarci come interprete, per superare l’ostacolo della lingua e capire le loro esigenze. In questo modo, il Comune saprà come agire per gestire al meglio la loro accoglienza».