Rieti, rapina alla banca: il bandito aveva una cartella clinica

Sabato 5 Febbraio 2022 di Emanuele Faraone
Rieti, rapina alla banca: il bandito aveva una cartella clinica

RIETI - «Cosa deve fare? Però prima dovrebbe mostrare il Green pass»: scene da una rapina in cui si sono alternati – agli inevitabili momenti di paura e tensione – anche aspetti quasi grotteschi. Intanto, è caccia all’uomo da parte dei carabinieri del comando provinciale di Rieti, al momento «in piena fase di attività investigativa», per risalire all’identità del solitario rapinatore che nella tarda mattinata di giovedì – pistola in pugno – ha rapinato la filiale di banca Intesa San Paolo dell’ospedale San Camillo de Lellis di Rieti, portando via un bottino non superiore ai 200 euro. 
Secondo le testimonianze raccolte l’uomo si è introdotto all’interno dell’istituto di credito in un momento in cui non c’erano altri clienti. Una volta dentro gli è stato chiesto di cosa avesse bisogno, domanda alla quale avrebbe risposto lapidario: «Un bonifico». E’ a questo punto che una delle cassiere allo sportello ha chiesto – come da protocollo – di mostrare il Green pass. La risposta è stata: «Non ce l’ho! E’ una rapina, dammi tutti i soldi». Da qui momenti di paura e tensione con alcune cassiere che hanno cominciato a gridare impaurite e terrorizzate dalla pistola spianata ad altezza uomo e poi la rabbia del malvivente per quei pochi soldi nella disponibilità delle dipendenti, in quanto prelevati dai cassetti non temporizzati a disposizione di ogni sportello per piccoli resti o altri utilizzi con quantità minime di importo. L’uomo, rastrellato tutto quello che ha potuto, si è quindi allontanato rapidamente a piedi in direzione del limitrofo parcheggio a pagamento per poi far perdere le proprie tracce. 
Pochi gli elementi testimoniali a disposizione degli investigatori dell’Arma in quanto – a parte il racconto fornito dalle tre dipendenti presenti all’interno della banca in quel momento (due cassiere e la direttrice) – nessuno, prima dell’ingresso nella filiale e poi fuori dopo il colpo, avrebbe notato il rapinatore o è stato colpito dalla presenza di un uomo “sospetto”. Le indagini dei carabinieri si stanno dipanando a partire dai filmati registrati dalle telecamere del circuito di videosorveglianza sia interno che esterno all’istituto di credito. 
Al momento della rapina l’uomo – si tratterebbe di un giovane italiano – indossava un cappello e una mascherina per la protezione delle vie aeree.

Era vestito con indumenti di colore scuro o neri così come una pesante giacca invernale giro-vita. Tra gli altri particolari, emersi nell’ambito dei vari resoconti verbalizzati dai carabinieri, è stato rilevato che l’uomo avesse con sé una cartellina clinica dell’ospedale, circostanza che fa verosimilmente dedurre che pochi minuti prima della rapina in banca, avesse ritirato un referto o si sia sottoposto ad un esame clinico presso il nosocomio reatino. Condizione che potrebbe far ipotizzare ad un colpo non premeditato anche se poi la presenza della pistola utilizzata per minacciare le cassiere della banca potrebbe indurre ad un’ipotesi contraria. Tuttavia, al momento non c’è nessuna certezza da parte degli inquirenti e, proprio a partire dalla presunta presenza di una cartella clinica, si stanno ulteriormente ampliando le indagini condotte dai carabinieri con la visione dei filmati delle telecamere presenti nell’ospedale de Lellis di Rieti al fine di un’eventuale comparazione del profilo antropometrico del rapinatore con quello rilevato dal circuito di videosorveglianza della banca. C’è comunque il massimo riserbo sulle indagini e, al momento, non si esclude nessuna pista, anche l’esistenza di un complice che possa avere atteso l’uomo in auto agevolandone così la fuga.

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