Disabile morta a Cascia, la badante di Contigliano non risponde al pm

Giovedì 23 Marzo 2023 di Ilaria Bosi
Disabile morta a Cascia, la badante di Contigliano non risponde al pm

RIETI - Disabili maltrattate a Cascia, la badante fa scena muta.

Luisa Festuccia, la donna di Contigliano finita ai domiciliari nelle settimane successive al decesso della 48enne Patrizia Canini, si è avvalsa della facoltà di non rispondere. La donna è accusata di maltrattamenti in concorso con la legale rappresentante della comunità alloggio Villa Sorriso di San Filippo di Contigliano cui la Canini e la sua coinquilina erano state affidate dai servizi sociali. 


Le due donne, però, per motivi tutti da chiarire, erano state mandate a Onelli, frazione di Cascia, dove era assistite dalla 68enne e vivevano in condizioni di profondo degrado. La vicenda è emersa a metà febbraio, quando proprio la badante ha allertato il 118 spiegando che la Canini era stata colta da un malore. La donna è morta prima dell’arrivo dei soccorsi, ma il dramma ha fatto emergere una situazione di cui nessuno, a quanto pare, era a conoscenza. 


La Canini e l’altra coinquilina, disabili al 100 per cento, vivevano da fantasmi, in un’abitazione di proprietà di una donna di Roma e senza alcun collegamento riscontrabile con la comunità alloggio che avrebbe dovuto prendersi cura di loro. Nella casa era addirittura staccato il contatore dell’energia elettrica, le donne si scaldavano con una stufa a legna e per cucinare veniva utilizzata una bombola a gas. Non solo. 


A spingere i carabinieri di Cascia e di Norcia ad ulteriori approfondimenti è stata la presenza di lividi sul corpo delle due poverette. E se le prime risultanze medico legali hanno escluso una correlazione tra le ecchimosi e la morte della Canini, è stato il racconto della sopravvissuta, sentita in modalità protetta in presenza di un medico, a restituire un quadro di maltrattamenti e degrado. Per questo la procura di Spoleto ha aperto un fascicolo, ipotizzando i maltrattamenti. L’indagine si è presto allargata a Rieti, perché le due disabili erano state affidate dai servizi sociali a una comunità alloggio. Da circa due anni, invece, erano confinate nella frazione di Cascia, senza avere l’assistenza cui avrebbero avuto diritto. I carabinieri hanno effettuato perquisizioni anche nella comunità alloggio e, dopo il coordinamento tra procure, un secondo filone dell’inchiesta verrà seguito per competenza territoriale dai magistrati reatini. 


Per quanto riguarda gli aspetti più amministrativi sono in corso accertamenti da parte del Comune di Contigliano e della Asl, se è vero che la comunità alloggio era regolarmente censita tra le strutture convenzionate con il servizio pubblico. Dai primi accertamenti a Contigliano sarebbe emerso pure il caso di un’altra assistita fantasma, risultante nella comunità di San Filippo ma trovata altrove.

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