Rieti, il dipendente più bravo non vuole vaccinarsi: i tormenti del datore di lavoro

Sabato 16 Ottobre 2021 di Giacomo Cavoli
Green pass (Archivio)

RIETI - La realtà dei numeri messi nero su bianco da sindacati e associazioni di categoria aiuta a tracciare la mappa di come le posizioni contrarie al Green Pass possano mutare la geografia del lavoro, disegnando anche nuove priorità sociali.
Ma sotto la superficie dell’assenza di criticità testimoniata ieri da chi ogni giorno tasta il polso del mondo del lavoro si trovano anche imprenditori che, consapevoli delle procedure da adottare in caso di dipendenti reticenti a presentare la certificazione, sanno già quali adempimenti normativi dovranno adottare. 
E che, proprio per questo motivo, non hanno formalmente segnalato ad associazioni e sindacati la loro situazione, che però esiste, eccome. 
Come quella che da ieri sta vivendo un piccolo imprenditore edile della provincia di Rieti il quale, dietro richiesta dell’anonimato, si è offerto di raccontare a Il Messaggero la vicenda che lo vede coinvolto nella decisione assunta da un suo dipendente contrario al vaccino. 
«Questa persona lavora con me da diciannove anni - racconta l’imprenditore che chiameremo Gabriele - Ero già da tempo a conoscenza della sua contrarietà a sottoporsi a vaccinazione, ma qualche settimana fa mi aveva chiesto un giorno di permesso per potersi andare a vaccinare, giornata che ho comunque deciso di retribuirgli.

Poi, successivamente, mi ha comunicato che il giorno in cui si sarebbe dovuto vaccinare aveva invece scelto di tornare indietro, perché non voleva farlo, non ci riusciva. Così, consapevole che il Green pass sarebbe stato obbligatorio per poter lavorare ho provato a parlargli, cercando di far leva sulla ragione dello stipendio necessario a mantenere la famiglia, offrendomi di accompagnarlo personalmente a fare il vaccino o di trovare insieme un supporto psicologico che potesse aiutarlo a cambiare idea, ma mi sono trovato davanti ad un muro di cemento. Stamattina (ieri, ndr) ho regolarmente controllato il Green pass a tutti i miei dipendenti, ma lui non si è presentato al lavoro, sostenendo di essere malato. Ora aspetterò - conclude Gabriele, l’imprenditore edile reatino - fino a lunedì, poi dovrò giocoforza far partire la lettera di richiamo. E se dovessi trovarmi costretto a sostituirlo non saprei chi chiamare, perché molti continuano a preferire i sussidi statali, mentre sia io che le altre ditte in questo momento abbiamo tutti i nostri operai assorbiti dai tanti lavori per il Bonus 110 per cento. Nella mia vita non ho mai licenziato nessuno e ora, di fronte a questa situazione davvero particolare, mi trovo oggettivamente in grande difficoltà».

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