Barnaba Bonafaccia, il debutto con un corto girato nella sua Rieti

Martedì 20 Settembre 2022 di Giacomo Cavoli
Pino Quartullo e Barnaba Bonafaccia

RIETI - Al Festival internazionale di Noto ha già incassato la menzione speciale, poi ha ricevuto la segnalazione per il Cilento Film Festival e a fine mese conoscerà l’esito della valutazione della giuria anche dell’Equilibrium Cinefest 2022, terza segnalazione nel giro di poche settimane.

Al pubblico dei corti cinematografici piace la prima opera da regista del reatino Barnaba Bonafaccia, che nel cast del suo “Il guerriero” è riuscito a fregiarsi anche della partecipazione di Pino Quartullo e delle musiche realizzate dal compositore italiano Remo Anzovino, elaborando a quattro mani la sceneggiatura del corto insieme a Simone Pellegrini, autoproducendolo con la nuova casa “Bonapel” fondata dai due e consegnando tutto nelle mani della Premiere Film, tra le più grandi in Italia per la distribuzione dei corti in festival e rassegne cinematografiche.

L'esordio. Così, i venti minuti di film interamente ambientati a Rieti si trasformano in opera prima e di formazione per Barnaba, classe 1990, un curriculum attoriale che comincia a 16 anni a Rieti insieme al teatro di Giovanni Leuratti, che prosegue per tre anni a Roma con la scuola di recitazione “Fondamenta” e che, tra le ultime partecipazioni in ordine di tempo, annovera anche quelle con Paola Cortellesi e Antonio Albanese in “Come un gatto in tangenziale - Ritorno a Coccia di Morto” ed “Era ora” insieme a Edoardo Leo, ultima fatica in uscita del regista Alessandro Aronadio. Oltre a Quartullo, nel cast Barnaba ha voluto accanto a sé anche il nipote Federico Bonafaccia («Rispecchiava la mia somiglianza da piccolo») e le due attrici reatine Pascal Saccone e Desirèe Proietti: «Dopo l’esperienza in teatro e al cinema, ho sentito l’esigenza di narrare una storia che raccogliesse anche il mio vissuto personale - racconta Bonafaccia. - Essendo il mio esordio avevo un budget limitato e ho scelto il corto, ma anche se avessi avuto a disposizione una cifra più alta non avrei scelto di realizzare subito un film: il corto mi ha permesso di fare un passo alla volta e capire meglio come funziona il cinema dietro la macchina da presa». Nel viaggio spirituale di riconciliazione tra padre e figlio, girato in una settimana nel maggio 2021 lottando contro pioggia e fango, i paesaggi si dividono spesso fra la Foresta e la Piana, spaziano in città - come il campo da rugby di viale Fassini, teatro di una rissa - immortalati dalla troupe di amici professionisti voluti al suo fianco da Barnaba («Insieme a Quartullo, tutte persone con più esperienza di me, per poter imparare direttamente sul campo»). Il sogno di una vita, per adesso? «Dirigere un vero film, ambientato interamente a Rieti». E la strada da attore? «Certo che continua». D’altronde, insieme a quella da regista, è appena cominciata.

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