Rieti, badante arrestata: tutti i misteri di “Villa Sorriso”

Sabato 11 Marzo 2023 di Mario Bergamini
Villa Sorriso

RIETI - Forse, trasferire gli ospiti dalla comunità alloggio e casa famiglia “Villa Sorriso” di Piani San Filippo in “strutture parallele”, ma ufficialmente non comprese tra quelle adibite ad alloggiare anziani e disabili, non era una pratica eccezionale per i responsabili del complesso dove risultavano inserite le due disabili (una morta), trovate in una abitazione di Cascia, insieme alla badante di Contigliano arrestata per maltrattamenti. La titolare di “Villa Sorriso” risulta ora indagata per maltrattamenti in concorso. Assume contorni ancora più seri e, per certi aspetti inquietanti, la vicenda della badante di Contigliano di 68 anni, finita ai domiciliari con l’accusa di maltrattamenti per la morte della disabile di 48 anni - Patrizia Canini - trovata senza vita in una abitazione di Onelli di Cascia lo scorso mese di febbraio. 
Nel pomeriggio di giovedì, presso “Villa Sorriso” si sono portati i carabinieri di Contigliano, ispettori della Asl e personale del Comune di Contigliano. Una ispezione a 360 gradi che non ha fatto, allo stato attuale degli atti, emergere irregolarità, sia sotto il profilo della idoneità dei locali che del personale sanitario che assiste gli ospiti, quattordici in tutto, attualmente. Le sorprese sono emerse quando l’ispezione si è estesa alle pertinenze del locale. In particolare, in un casolare vicino alla struttura principale. Casolare recintato e a cui si accede attraverso un cancello, all’interno del quale è stata trovata una anziana donna straniera, non censita tra gli ospiti, ma comunque assistita dal personale sanitario di “Villa Sorriso”. 
La donna è stata immediatamente trasferita al pronto soccorso del de Lellis, visitata e poi presa in carico dal Comune di Contigliano che l’ha trasferita presso l’Alcim, dove attualmente ci sono posti liberi. Sulla posizione della donna straniera e la mancata registrazione della stessa tra gli ospiti in carico a “Villa Sorriso” è ora in calendario un incontro tra Asl e Comune per fare il punto della situazione e capire quali provvedimenti adottare.
La circostanza emersa dal sopralluogo congiunto di Arma, Asl e Comune di Contigliano inevitabilmente rimanda alle due disabili trovate a Cascia, una senza vita, impropriamente trasferite da Piani San Filippo nella frazione montana del Comune di Cascia, dove vivevano da invisibili. 
Sulla carta, infatti, erano ospiti della struttura individuata dai servizi sociali (“Villa Rosa” di Contigliano), ma di fatto erano confinate in una zona di montagna, lontano da ogni riferimento, dove nessuno le conosceva e dove molto verosimilmente erano anche sprovviste di assistenza sanitaria e sociale. 
Non solo. Secondo quanto emerso in queste prime settimane, le due poverette sarebbero state anche percosse da quella che, per semplicità, viene definita la badante, ma che sulla carta non aveva a quanto pare alcun titolo per assistere le due pazienti fragili. 
I sospetti sono sorti inizialmente per la presenza di numerosi lividi sia sul corpo della Canini che dell’altra donna e sono stati in questa fase confermati anche dal racconto della sopravvissuta, sentita una prima volta in ospedale e la seconda in modalità protetta, in presenza di un medico. A configurare l’ipotesi di maltrattamenti anche «l’imposizione di condizioni abitative di estremo degrado ed insalubrità», come le ha definite la Procura. Quando a Onelli, lo scorso 15 febbraio, allertati dalla badante, sono arrivati i soccorsi nel tentativo di salvare la Canini, la situazione che si è presentata è stata a dir poco inquietante. 
Basti pensare che nell’abitazione era addirittura staccato il contatore dell’energia elettrica. Le tre donne vivevano senza corrente: si scaldavano con la sola stufa a legna e per cucinare veniva utilizzata una bombola a gas. L’indagine, ovviamente, non è ancora terminata e sembra allargarsi sempre più al contesto in cui è maturata questa storia che restituisce un quadro di profonda solitudine e di estrema marginalità. 
Se i primi accertamenti medico legali non hanno fatto emergere elementi che comprovino una diretta relazione tra i maltrattamenti e il decesso della Canini, sono molteplici gli spunti che questa vicenda offre per capire come sia stato possibile che due pazienti fragili, praticamente sole e per questo seguite principalmente dai servizi sociali, possano essere sparite dai radar per circa due anni.

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