RIETI - Anche le aziende del polo della logistica di Passo Corese, centro di distribuzione Amazon in testa, vogliono giocare un ruolo attivo nell’accoglienza dei profughi ucraini. Si parte da iniziative a sostegno delle realtà locali più prossime, e quindi alle persone che hanno trovato rifugio nel comune di Fara Sabina, dove, dal 5 marzo a oggi sono giunti circa 50 profughi. Lo scorso fine settimana il sindaco farense, Roberta Cuneo, ha avuto diversi contatti con le aziende del polo e con il colosso dell’e-commerce, raccogliendo le disponibilità a sostenere sia le famiglie e le strutture ospitanti sia le persone in fuga dalla guerra. In tal senso, con il coinvolgimento del centro per l’impiego, sono al vaglio soluzioni per riuscire a inserire, nelle varie aziende del polo, le donne che vogliano intraprendere un percorso lavorativo. Del resto, Amazon sin dall’inizio si è messo in prima linea per sostenere la popolazione ucraina e le attività delle associazioni di volontariato che stanno prestando gli aiuti.
«Nelle ultime settimane come azienda ci siamo attivati per aiutare al nostro meglio le persone colpite dal conflitto – spiegano dalla multinazionale -.
Prossimi appuntamenti. A Fara Sabina, intanto, quella che si è appena aperta sarà una settimana impegnativa, in cui il sindaco Roberta Cuneo e il vicesindaco Simone Fratini, delegato ai Servizi sociali, terranno una serie di incontri per pianificare, in termini di servizi da erogare, l’accoglienza dei cittadini dall'Ucraina già a arrivati a Fara Sabina: in continua crescita. «Stiamo cercando di organizzare – commenta Cuneo – l’integrazione di tutte le persone arrivate sul territorio. Nella prima settimana ci siamo limitati ad aprire il nostro Comune a loro, ora dobbiamo mettere in piedi un sistema di inserimento nella società che possa permettere loro di integrarsi e di ricostruire la loro quotidianità. Incontreremo le persone accolte finora, il dirigente dell’istituto comprensivo Fara Sabina per mettere a punto un calendario di inserimento nei vari plessi delle frazioni dei bambini, le famiglie che in alcuni casi ospitano questi nuclei, le associazioni, anche sportive, e la Caritas».