Movida violenta a Largo Alfani, decine di minorenni si ubriacano e poi devastano tutto. I residenti nell'area vivono nel terrore

Sabato 12 Novembre 2022
Movida violenta a Largo Alfani, decine di minorenni si ubriacano e poi devastano tutto. I residenti nell'area vivono nel terrore

RIETI - Largo Alfani zona franca.

Definiscono così il parcheggio retrostante il palazzo comunale i residenti della zona, esasperati da schiamazzi e vandalismi di affollate comitive di ragazzini in evidente stato di alterazione alcolica. È di qualche giorno fa l’ultima segnalazione di un’automobile in sosta danneggiata da un sedicenne ubriaco che ha pensato bene di aggredire fisicamente e verbalmente il proprietario giunto sul posto.

I residenti nell'area vivono nel terrore. «Per noi è routine - dice un residente di via Potenziani - siamo stati costretti a mettere i doppi vetri, il fine settimana non si dorme più e ci guardiamo bene dal posteggiare lì le nostre auto, le abbiamo trovate anche senza parafango». Ma si parla anche di danni alle carrozzerie, tergicristallo staccati per sfregio, atti vandalici tra i più diversi ai veicoli: «Ad un certo punto si sono tolti la cintura dai pantaloni e hanno cominciato a prendere a cinghiate le auto», dice un testimone. Le scene descritte rivelano un disagio che ha dell’agghiacciante, con video fatti con il telefonino durante i conati di vomito e ragazzi rantolanti a terra nella totale indifferenza dei coetanei. «Una notte intorno alle 4 ci siamo svegliati di soprassalto, stavano picconando le lastre di marmo poste sopra i muri circostanti - racconta una signora - e se provi a riprenderli ti aggrediscono, ti sfidano, ti bestemmiano davanti, si sentono onnipotenti, non hanno paura neppure della polizia». Le comitive raggiungono ormai quota cinquanta o sessanta ragazzi, tutti rigorosamente minorenni e con buste di superalcolici al seguito da consumare sul posto fino alle luci del mattino. 

L'alcol acquistato al supermercato. «Mi sono posta il problema pensando fossero i bar a somministrare illegalmente le bevande alcoliche a minori - dice un’insegnante di scuola media - poi parlando con alcuni alunni ho appreso che molti usano ricorrere a un escamotage. Vanno in un vicino supermercato e pagano appositamente persone un po’ sbandate che stazionano nei paraggi per farseli acquistare». Un problema, quello dell’abuso di alcol nei minori, confermato e più volte trattato dalle scuole reatine, ben prima della pandemia a cui si tende ad attribuire buona parte del malessere giovanile.

Il parere della scuola. «Il problema lo conosciamo molto bene», dice Stefania Santarelli, per anni dirigente scolastica di istituti superiori reatini. 
«Ben prima della pandemia ci siamo attivati anche con l’Asl per mettere in campo iniziative mirate a sensibilizzare ed informare i ragazzi sul tema. Con lo scientifico ed il classico abbiamo fatto assemblee, colloqui, dibattiti, eventi. Tocchiamo con mano la gravità del problema alle gite, al pranzo dei cento giorni o in altre occasioni: i ragazzi fanno branco, se non ti ubriachi sei diverso dagli altri, non sei nessuno. Ed è un problema equamente diffuso tra maschi e femmine». Difficile comprendere come i genitori non comprendano il problema, non si accorgano di figli minorenni che rientrano in casa alle luci dell’alba palesemente sbronzi. 

Indice puntato sui genitori. «Non solo non inquadrano il problema - dice la preside Santarelli - non lo individuano proprio come un problema». Forse, perché a differenza delle droghe l’alcol appare più innocuo, più visibile e alla portata di tutti. Ed economicamente più accessibile: «Raccontano che vanno di moda gli shottini da bere in un colpo solo - aggiunge un’altra insegnante - alcuni locali li mettono a un euro, questo significa che con soli cinque euro in tasca anche un alunno squattrinato può stare al passo del gruppo, e con cinque bicchierini alcolici quell’età sei praticamente fuori uso». Un concetto confermato dalla mamma di un quattordicenne mentre lavora in un panificio del centro: «Mio figlio non vuole più uscire. Dice che i compagni vanno in un bar che somministra alcolici anche ai minori, lui è considerato diverso se prende un’altra bibita e si ritrova sempre con un gruppo di ragazzi alterati». E gli altri genitori? «Ho provato a parlarne, ma negano e difendono sempre i loro figli. Mi sento controcorrente». 

Problema serio. Una professoressa dell’istituto Agrario conferma la serietà della problematica: «Ne ho parlato spesso con i ragazzi, è un tema che mi sta molto a cuore. Mi dicono che grazie all’euforia alcolica riescono a dichiararsi a una ragazza, o a fare cose che da sobri non riuscirebbero a compiere. Credo ci sia povertà educativa, che gli adulti non si fidino di loro, che manchino i riferimenti. Si sentono soli, non ascoltati: l’alcol invece gli dà la forza giusta per comportarsi da leader. Una buona parte la fanno anche i social, gli influencer: vivono nella ricerca dell’esteriorità, di un altissimo standard di visibilità sociale». 

Aumentati i casi alcolismo alla Asl. Stando ai dati della Asl, il numero dei pazienti giunti in cura alla Uoc Patologie da dipendenza del de Lellis per problemi di alcolismo ha subìto un aumento preoccupante, soprattutto dopo il Covid. «I casi in provincia nell’ultimo anno si sono raddoppiati – dice il direttore dottor Simone De Persis – per quanto riguarda i minori in carico c’è stato un aumento del due per cento. Sembrerebbe poco, ma considerando che il problema degli adolescenti non è ancora riconosciuto come grave dai genitori ed è difficile, soprattutto in una città di provincia, palesarsi al nostro Centro, la situazione non è così florida». 

Il dottor De Persis lancia un appello a chiunque abbia dubbi sul problema: «Il nostro servizio è aperto a tutti anche per una semplice consulenza, non solo per le persone che presentano situazioni patologiche o situazioni molto compromesse. Se avete dubbi su una situazione relativa all’abuso di sostanze alcoliche da parte dei vostri ragazzi non esitate a contattarci, prima che sia troppo tardi». Tardi perché «assumere sostanze del genere in età adolescenziale è molto più grave che in età adulta – spiega De Persis – in quando il sistema nervoso centrale si sta ancora formando e i danni possono essere molto gravi e addirittura permanenti. Osservate i vostri figli, e se avete dubbi su come riconoscere i sintomi non esitate a chiedere».

Ultimo aggiornamento: 25 Febbraio, 01:33 © RIPRODUZIONE RISERVATA