Rieti, caso delle indennità gonfiate: «O pagate o sarete fuori dal consiglio comunale»

Giovedì 2 Marzo 2023 di Giacomo Cavoli
Consiglio Comunale

RIETI - Scatta il conto alla rovescia per la restituzione delle indennità gonfiate che furono calcolate dagli uffici finanziari del Comune di Rieti e poi erroneamente corrisposte agli amministratori di Palazzo di Città.

Dopo le due sentenze di primo grado emesse a fine dicembre dalla sezione civile del tribunale di Rieti - per effetto delle quali diciassette ex (ed anche attuali) amministratori di centrodestra e centrosinistra appartenuti all’ultima giunta di Giuseppe Emili e all’unica guidata da Petrangeli, dal 2012 al 2017, dovranno restituire quanto percepito nel corso dei loro anni di mandato – l’ente di piazza Vittorio Emanuele II ha infatti inviato le lettere con le quali intima ad attuali ed ex amministratori di versare entro quindici giorni le cifre calcolate per ognuno degli interessati.

Il ricorso. Il caso delle indennità gonfiate scoppiò con la delibera numero 32 del 2018, quando il ricalcolo delle somme effettuato dagli uffici finanziari di Palazzo di Città rilevò che le cifre pagate erano superiori rispetto a quanto previsto dalle tabelle redatte per gli amministratori comunali. Così, nel corso dell’ultima consiliatura gli esponenti dei due schieramenti politici in quel momento in carica avevano fatto separatamente ricorso al tribunale di Rieti (nascono dunque da qui le due sentenze quasi uguali), mentre l’ex sindaco Antonio Cicchetti, Antonio Boncompagni, Giuliano Sanesi, Ettore Saletti e Gianfranco Formichetti scelsero la strada della restituzione, per non incorrere nell’incompatibilità dei loro ruoli con l’assise comunale. 
Per tutti gli altri invece, adesso, con le due sentenze di primo grado il giudice Francesca Sbarra ha disposto il pagamento provvisoriamente esecutivo delle somme percepite in eccesso rispetto a quanto stabilito dalla normativa. La richiesta di un pronunciamento, ai giudici di piazza Bachelet, era arrivata alla fine del 2019 ed è giunta a conclusione esattamente tre anni dopo, il 27 dicembre scorso: dalle due sentenze è scaturito quindi il ricorso in appello da parte di tutti gli amministratori coinvolti, compresi i due attuali consiglieri comunali di minoranza Simone Petrangeli (Rieti Città Futura) e Carlo Ubertini (Psi).

L'iter. Le diffide che intimano il pagamento sono già state notificate a tutti, sia ad ex che attuali amministratori. Il primo termine previsto è di quindici giorni, entro i quali sia gli ex che gli attuali (Petrangeli e Ubertini) dovranno restituire quanto dovuto e rimuovere anche la lite pendente con il Comune, ovvero rinunciare al giudizio di appello: il mancato pagamento e il mantenimento del ricorso in appello configurerebbero infatti entrambi due distinte ragioni di incompatibilità con la carica di consigliere comunale, condizione a questo punto valida soltanto per Petrangeli e Ubertini, essendo tutti gli altri amministratori ormai privi di incarichi. Se al termine dei quindici giorni non dovesse essere stato dato corso a nessuna delle due richieste, o soltanto ad una delle due, il presidente del consiglio comunale avrà quindi il potere di convocare un’assise straordinaria per contestare l’incompatibilità, nel corso del quale verrà preso atto della sopravvenuta condiziond: a quel punto, Petrangeli e Ubertini avranno ancora ulteriori quindici giorni per rimuovere le cause d’incompatibilità. Diversamente, al termine di quest’ultima scadenza, decadranno del tutto. Raggiunti da Il Messaggero, Simone Petrangeli e Carlo Ubertini si sono sinteticamente limitati a spiegare che «rimuoveremo le incompatibilità». I restanti ex amministratori - che hanno smesso i panni della politica o sono stati lasciati fuori dall’aula consiliare dopo l’esito delle ultime tornate elettorali - proseguiranno invece dritti lungo l’iter giudiziario attivato con l’appello.

© RIPRODUZIONE RISERVATA