RIETI - C’è una prima data, cerchiata in rosso come si segnano gli appuntamenti importanti sul calendario, per non dimenticarli. E’ quella del 30 aprile, giorno in cui la Asl punta a completare la vaccinazione totale (prima dose) degli over 80 residenti in provincia, seguita da un’altra, di certo più ambiziosa, dell’immunizzazione della maggior parte dei reatini entro il mese di settembre.
Quindi, accelerando il ritmo delle vaccinazioni che da una media giornaliera di 138 somministrazione è passato a quella attuale di 680, in tutti i centri vaccinali. «Presso la Casa della salute di Magliano Sabina facciamo 108 vaccini al giorno, a Poggio Mirteto 132, all’ex Bosi, aperto fino alle 22, 408 e il lunedì lo dedichiamo alle chiamate dirette per i soggetti estremamente vulnerabili in carico presso le nostre aree specialiste – spiegano Gabriele Coppa, direttore Sviluppo strategico della Asl Rieti e Emma Giordani, direttore responsabile campagna vaccinale - Sono state inoltre dedicate giornate agli obesi, agli over 80 e ai soggetti estremamente vulnerabili residenti nell’area del cratere del sisma, vaccinati presso il Pass di Amatrice». A Poggio Mirteto, Magliano ed ex Bosi viene somministrato il preparato Pfizer e al distretto 1 di via delle Ortensie, Astrazeneca, mentre si attende di conoscere le sorti di Johnson&Johnson sospeso in via precauzionale.
«In questo momento, nei centri (e a domicilio chi non è autosufficiente) – continuano Coppa e Giordani - vengono vaccinati con Pfizer over 70 e estremamente vulnerabili, sia coloro che si prenotano attraverso il proprio codice di esenzione sia quanti sono presi in carico dagli specialisti e programmati attraverso chiamate attive. Con Astrazeneca vengono immunizzate le persone tra i 60 e i 69 anni che possono prenotarsi autonomamente, in base alla propria età».
I rifiuti. Tra il lunedì e il martedì arrivano alla Asl in media circa 4.800 dosi di Pfizer a settimana e circa 200 di AstraZeneca che nel mese di aprile sono state 4.680. Ma c’è chi a Rieti rifiuta il siero anglo–svedese? «Sul vaccino AstraZeneca – rispondono i direttori - c’è stata una vera e propria infodemia. Ciò nonostante, in provincia, non abbiamo avuto persone che hanno deciso di non vaccinarsi. Anzi, tra la popolazione residente c’è grande consapevolezza sull’importanza della vaccinazione anticovid19 e sul lavoro che stiamo svolgendo, senza soluzione di continuità, su tutto il territorio. I cittadini si informano, fanno domande al proprio medico e al nostro personale sanitario, ma tutti, a cominciare dalle persone più anziane, si vaccinano senza particolari timori».
I medici. Accanto al sistema sanitario, che nel Reatino si dirama con il servizio di assistenza proattiva infermieristica del responsabile dottor Mauro Pitorri per le vaccinazioni domiciliari e all’ex Bosi con il lavoro delle equipe guidate dalla dottoressa Federica Evangelista, ci sono i medici di base. «Il rapporto con i medici di medicina generale è stato fondamentale e ha già consentito di incrementare, rispetto al periodo iniziale, il numero giornaliero delle vaccinazioni – sottolineano Coppa e Giordani – Anche nella campagna over 80 è stato importantissimo per reclutare più velocemente le persone e supportarle nella redazione della scheda anamnestica. Questa strategia ha consentito di utilizzare tutte le dosi disponibili, senza disperderne alcuna e di raggiungere una percentuale tra le più alte in Italia per vaccinazione degli ultraottantenni. Attualmente, oltre il 90% dei 119 medici della Asl di Rieti non solo vaccina presso il proprio studio di medicina generale o presso le Unità di cure primarie (Ucp), ma in alcuni casi hanno, in accordo con diversi comuni, aperto centri vaccinali».
I numeri. La campagna in provincia si è aperta il 28 dicembre e finora sono state iniettate 37.749 dosi, 25.958 prime e 11.791 richiami su una popolazione over 16 pari a 132.893 persone. I vaccinati over 80 sono il 75% in prima somministrazione e 53% in seconda. Sono 3.443 (di cui 2.139 in prima e 1.304 con richiamo) quelli somministrati a pazienti estremamente vulnerabili. E gli assistiti tra i 70 e 79 anni che hanno risposto alla campagna vaccinale iniziata per loro a marzo, sono il 31%.