Rieti, coronavirus, centri estivi:
ripartenza in salita,
tra nodi ancora da sciogliere

Giovedì 28 Maggio 2020 di Daniela Melone
Rieti, coronavirus, centri estivi: ripartenza in salita, tra nodi ancora da sciogliere

RIETI - Sono pronti ad animare l’estate reatina i rappresentanti dei centri estivi, che da qualche settimana hanno cominciato ad incontrarsi frequentemente per capire, insieme, come guardare al futuro. Notizie certe sull’effettiva riapertura non ce ne sono ancora. Dopo una serie di riunioni con l’assessore ai servizi sociali Giovanna Palomba, si attendono le linee guida regionali, con la speranza che siano meno restrittive di quelle del Governo, criticate soprattutto per il fatto che il progetto elaborato dal gestore, debba ricomprendere la relativa assunzione di responsabilità nei confronti dei bambini e degli adolescenti accolti. I centri estivi, che potranno ripartire il 15 giugno dopo i mesi di quarantena, rappresentano la prima occasione per ritrovarsi insieme e la parola d’ordine sarà sicurezza.

«Stiamo ancora valutando la riapertura – spiega Adelaide Mari, di Tata Mary – Per il momento raccogliamo le pre iscrizioni di bambini dai 4 ai 13 anni, visto che i posti saranno limitati. Ho tante famiglie che mi stanno contattando, alle quali non do false illusioni. Se si potrà partire in sicurezza, partiremo, ma se si mettono a rischio bambini, operatori e anche me stessa, non si farà. Le linee guida del Governo sono difficilmente attuabili, ma guardo al futuro in maniera positiva, con il bicchiere sempre mezzo pieno».

Gennaro Isaia è il presidente di Bimbopoli, che da 25 anni tiene compagnia alle famiglie di Rieti. «C’è da sciogliere il nodo sulle responsabilità, che in caso di problemi non è ancora chiaro di chi siano – commenta - Vogliamo continuare ad offrire un buon servizio alla città e far divertire i bambini, ma da come sono oggi i protocolli la situazione non è facile. I bambini devono essere sempre gli stessi e con lo stesso animatore, dal punto di vista organizzativo questo non è semplice. Non stiamo parlando di scuole, dove la classe rimane identica tutto l’anno. Al centro estivo ognuno va per il periodo di tempo che preferisce, c’è chi smette di frequentare e chi torna, dividere in gruppi di 5- 7 bambini, sempre gli stessi, non è semplice. Le linee guida del Governo sono improponibili. Noi speriamo di partire, ma deve essere un divertimento, non un motivo di ansia. I genitori ci stanno contattando, generalmente in questo periodo avevamo già le iscrizioni, ma ad oggi non sappiamo ancora quanti bambini verranno. Se tutto va bene la prima settimana di giugno apriremo le prenotazioni, che non saranno vere iscrizioni, ma serviranno a renderci conto di quale richiesta c’è».

«Stiamo lavorando in sinergia con gli altri centri che da anni lavorano sul territorio per offrire il miglior servizio possibile – commenta Riccardo Balloni responsabile di Sport Estate, centro estivo al campo scuola Guidobaldi - Noi siamo intenzionati ad aprire comunque, cercando di stravolgere il meno possibile il centro, ma adeguandoci a quello che verrà richiesto».

«Anche se il Governo ha dato il via libera permangono ancora molte domande – commenta Cristina Leti, responsabile di Moby Dick - Quello che stiamo facendo ora è un lavoro di sinergia, per cercare di far partire un servizio fondamentale dopo tutti questi mesi di reclusione».

Riaprono dunque, forse, i centri estivi, ma per i bambini più piccoli, quelli tra 0 e 3 anni, nulla è previsto a livello nazionale.

Il comune di Rieti è a lavoro, nel tentativo di offrire una risposta a tante famiglie rimaste senza l’aiuto dell’asilo nido. «Stiamo elaborando un progetto che coinvolgerà i parchi pubblici comunali – annuncia l’assessore ai servizi sociali del comune di Rieti Giovanna Palomba – Pensiamo alla presenza di educatrici che siano di ausilio a genitori e nonni, per forme di intrattenimento e animazione per la fascia da 0 a 3 anni. La presenza della famiglia sarà comunque indispensabile».

Ultimo aggiornamento: 11:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA