Vatileaks 2, il Papa nel libro di Nuzzi: «Bisogna fare ordine nella cassa»

Sabato 21 Novembre 2015
Vatileaks 2, il Papa nel libro di Nuzzi: «Bisogna fare ordine nella cassa»

«La cassa non è in ordine, bisogna mettere un pò di ordine nella cassa». La denuncia di papa Francesco è contenuta nel libro di Gianluigi Nuzzi, "Via Crucis" e proviene dalla diretta voce del pontefice che qualcuno ha registrato nella ormai famosa riunione del 3 luglio 2013. «Tutti siamo buoni - aggiunge il Papa quando annuncia la costituzione della Commissione che dovrà far luce sui «costi fuori controllo - ma anche il Signore ci chiede un'amministrazione responsabile per il bene della Chiesa».

Francesco parla ai cardinali e chiede «sorveglianza sugli investimenti, sulla moralità e anche sul rischio», ricordando quando scoprì che la chiesa argentina aveva investito sulla fabbricazione di armi. «Non fidarsi - dice il papa - dobbiamo avere assessori tecnici per questo.

Si devono dare orientamenti chiari sul modo e su chi fa l'investimento, ma vanno sempre fatti con oculata prudenza e la massima attenzione sui rischi. Qualcuno di voi mi ha ricordato di un problema per cui abbiamo perso più di 10 milioni con la Svizzera, per un investimento mal fatto, e questi se ne sono andati».

Ma non solo: «è anche voce corrente che vi sono amministrazioni satellitari. Alcuni dicasteri hanno soldi per conto proprio e li amministrano privatamente». Ecco perchè «la cassa non è in ordine» e «bisogna mettere un pò d'ordine nella cassa». «Non voglio aggiungere più esempi che ci portano tanta preoccupazione - prosegue Francesco - ma siamo qui per risolvere tutto questo fratelli, per il bene della chiesa». Per farlo, il papa annuncia la costituzione della Commissione. «Per aiutarvi - dice infatti - ho deciso di creare una commissione speciale per consolidare l'andamento del vostro lavoro e trovare soluzione a questi problemi. Questa commissione avrà lo stesso profilo di quella che è stata costituita per lo Ior... Uno di voi sarà il coordinatore o segretario o presidente di questa commissione per aiutare in questo processo, che io sono contento vada avanti». Ma «dobbiamo fare uno sforzo per portarlo alla fine e dire tutto chiaramente».

Francesco conclude così: «tutti siamo buoni, ma anche il Signore ci chiede un'amministrazione responsabile per il bene della chiesa e del nostro lavoro apostolico».

Nuzzi: «Gli arresti reazione abnorme». «Vedere della manette ai polsi, per di più ad un sacerdote, per rispondere ad un libro, la considero una reazione abnorme». Cosi Gianluigi Nuzzi ha risposto ad una domanda sugli arresti di monsignlor Lucio Vallejo Balda e di Francesca Immacolata Chaouqui disposti dal Vaticano, nel corso della presentazione del suo libro "Via Crucis" (Chiarelettere), contenente documenti riservati del Vaticano e la registrazione delle parole del papa. «Parlare di corvi, cornacchie, fagiani e lepri - ha aggiunto - mi sembra un maldestro tentativo di spostare l'attenzione dai fatti, documentati, che questo libro racconta».

Una «reazione così perentoria» da parte del Vaticano, secondo Nuzzi, ha dunque una duplice motivazione: una «interna», dovuta al fatto che «la sicurezza sulle informazioni di quello Stato non è garantita», ed una «esterna», cioè appunto spostare l'attenzione: «per guardare il dito e non la luna». «Da una prospettiva vaticana - conclude l'autore - la violazione dei segreti è un reato, ma da una prospettiva giornalistica, c'è l'obbligo di raccontare notizie che non si sapevano».

Nuzzi ha poi sottolineato che il libro non è «nè a favore nè contro il papa» e che nessuno dal Vaticano lo ha contattato per impedire l'uscita del libro. L'unico "contatto" c'è stato con lo Ior ed è una mail dello scorso 16 luglio in cui la banca vaticana affermava di sapere che era in preparazione un libro e si diceva disposta ad incontrare l'autore per rispondere alle sue domande. L'autore, infine, ha detto di «non aver avuto alcun contatto con il papa. «E se lo avessi avuto - ha aggiunto - certamente non lo rivelerei perchè ci sarebbero evidentemente altre strumentalizzazioni e fiction».

Il libro "Avarizia" di Fittipaldi. «Fare un santo» può costare cifre da capogiro. Il caso dell'arcivescovo e telepredicatore americano Fulton John Sheen, descritto da Emiliano Fittipaldi nel suo libro, in base alle note spese di Andrea Ambrosi, avvocato romano principe indiscusso dei postulatori vaticani, è esemplare. Solo per gli anni 2008-2013 la causa è costata oltre 332 mila euro. «Questa causa S. vita, virtutibus et fama sanctitatis del venerabile Servo di Dio si trova al termine della fase romana del processo per la beatificazione,» scrive Ambrosi a gennaio del 2014, per spiegare al Vaticano come mai i costi siano così alti. «La stesura della positio si basa sullo studio e l'elaborazione di oltre settanta volumi. Essendo poi stato monsignor Sheen uno dei più fecondi scrittori di Gesù e Maria, ho dovuto farmi mandare e leggere - per trovare spunti aggiunti sull'esercizio virtuoso - la sua opera omnia, ammontante a ben ottantatrè volumi. Per la stesura della positio, oltre alle mie forze, si sono aggiunte anche quelle di due mie collaboratrici, con le quali ho lavorato per due anni. Ciò va tenuto presente nel valutare l'elevato importo complessivo». Il bello è che tutti i denari spesi non sono serviti quasi a nulla: la beatificazione, infatti, è stata sospesa a tempo indeterminato, poichè l'arcidiocesi di New York si è rifiutata di spostare le spoglie di Sheen, operazione necessaria affinchè la causa possa andare avanti. Non è andata meglio all'arcivescovo di Paderborn che per vedere beato il prete antinazista Franz Stock in cinque anni ha speso 208 mila euro, in gran parte finiti allo studio Ambrosi. In questo caso - racconta Fittipaldi - molte spese sono state fatte in America, a San Francisco, dove nel 1998, per intercessione di Stock, un uomo sarebbe guarito dal cancro. «A San Francisco è stato arduo trovare gli argomenti giusti per convincere i medici curanti a collaborare e in special modo a presentarsi in tribunale per deporre... È stato molto complesso trovare il raccordo tra la visione della Francia e della Germania in tempo di guerra: ricordo che Franz Stock, tedesco, ha trascorso gli anni più 91 proficui del suo apostolato in Francia,» dichiara per iscritto il legale per giustificare ancora una volta, «cifre che all'apparenza potrebbero sembrare elevate». Papa Bergoglio ha deciso di correre ai ripari chiedendo che tutti i postulatori siano soggetti a un tariffario unico di riferimento.

Il Bambin Gesù. Centinaia di migliaia di euro bruciati in consulenze per progetti mai realizzati: sono decine gli allarmi rossi che, secondo il libro di Emiliano Fittipaldi «Avarizia», gli investigatori della società di revisione PricewaterhouseCoopers hanno lanciato sulla gestione dell'Ospedale Bambin Gesù ed uno riguarda proprio questa circostanza. Sotto i riflettori è finita in particolare la vicenda dell'ipotesi di acquisto dell'ospedale San Raffaele di Olbia: un'operazione che doveva essere compiuta attraverso un accordo commerciale tra il Bambin Gesù, che avrebbe avuto il 25 % della società che doveva rilevare la clinica sarda, il gruppo Malacalza (25%), e la Qatar Foundation, che sarebbe dovuta entrare con il 50% delle quote. L'affare non è andato in porto, ma le spese per le consulenze sì: 725 mila euro per la Tmf Group e lo studio legale Norton Rose; 89 mila euro per Bain & Co e 130 mila euro alla Eam Advisory, con sede a Dubai. I revisori puntano il dito anche su alcune attività commerciali che sarebbero «non coerenti» con la missione originaria dell'ospedale, che - nato per curare i bambini poveri di Roma- è diventato un impero: 5 sedi nel Lazio, collaborazioni con altre cliniche in tutta Italia, attività internazionali in 17 Stati e il controllo di due società commerciali. Si tratta della Clinical & Research Services srl e della Xellbiogene srl, quest'ultima un'impresa biotech gestita insieme all'Università Cattolica e specializzata nella ricerca genetica: nata nel 2013, è stata messa in liquidazione due anni dopo. Proprio le società commerciali potrebbero creare problemi rispetto alla mission e allo status dell'ospedale, considerato dal suo management una struttura vaticana extraterritoriale e che per questa ragione non paga tasse, nonostante i suoi introiti derivino quasi esclusivamente dal Servizio sanitario nazionale e da alcune leggi ad hoc (dei 270 milioni di euro di ricavi l'anno, 184 provengono dalla Regione Lazio e dal Servizio sanitario nazionale e altri 80 da una norma da una norma iscritta nella legge di Stabilità). Un'interpretazione che - secondo il libro di Fittipaldi - viene criticata dai revisori. Altri fari sono accesi sulle donazioni (3,6 milioni solo nel 2012); e nel rapporto si descrivono anche le enormi risorse finanziarie accumulati su alcuni conti del Bambin Gesù aperti allo Ior e all'Apsa: tra cash, azioni e titoli di Stato, il Bambin Gesù controlla un patrimonio finanziario di circa 427 milioni di euro. E tra i titoli del suo portafoglio ci sono quelli della multinazionale del petrolio Exxon,del colosso americano del settore chimico Dow Chemical e di Baxter, Pepsi e 3M.

Affitti stracciati nelle case della Congregazione. Monica Cirinnà, deputata Pd prima firmataria del ddl sulle Unioni Civili, 'inquilinà insieme a Esterino Montino, l'ex presidente ad interim della Regione Lazio ed esponente Pd, di un appartamento di Propaganda Fide per 360 euro al mese. È quanto si legge nel libro «Avarizia» di Emiliano Fittipaldi, che fa una lista di vip e politici che hanno avuto in affitto case di proprietà della Congregazione per l'evangelizzazione dei popoli. Un «colosso finanziario che al 2012 possedeva titoli e conti bancari per circa 170 milioni di euro e appartamenti nella Capitale iscritti a bilancio per una novantina di milioni», anche se la cifra è considerata troppo bassa dall'autore del libro, che cita le cifre fornite dalla stessa Cosea, la Commissione di studio sulle attività economiche e amministrative, pari a «450 milioni». Fra quanti «sono o sono stati» affittuari, Fittipaldi cita Bruno Vespa, che paga «10 mila euro al mese per duecento metri quadrati a piazza di Spagna», «Cesara Buonamici del Tg5, lo stilista Valentino, il vicedirettore della Rai ed ex sottosegretario leghista del primo governo Berlusconi Antonio Marano, il giornalista Augusto Minzolini, alcuni dirigenti dei servizi segreti, l'ex commissario Agcom Giancarlo Innocenzi, il boiardo di Stato Andrea Monorchio, l'ex presidente dell'Enac Vito Riggio» «In alcuni casi, inoltre, - rileva il giornalista - le pigioni pagate dagli inquilini non appaiono in linea con i prezzi di mercato. A godere di un trattamento di favore è stato di certo Esterino Montino, ex presidente ad interim della Regione Lazio e pezzo grosso del Pd regionale, che ha vissuto ospite di Propaganda Fide in una delle vie più rinomate della città, via dell'Orso. Prezzo di affitto del locale: 360 euro al mese per centodieci metri quadrati, che Montino divideva con la sua compagna, la senatrice democrat Monica Cirinnà».

Indagato Gianpietro Nattino. Il promotore di giustizia vaticano, in seguito a un rapporto dell'Autorità di informazione finanziaria, ha indagato Gianpietro Nattino per operazioni di compravendita titoli e transazioni, e per questo ha chiesto la collaborazione a Italia e Svizzera, tramite rogatorie. Lo ha riferito padre Federico Lombardi.

Il nome di Nattino era emerso ieri in un rapporto di «investigatori del Vaticano», pubblicato in esclusiva dal sito di Reuters, relativo ad «eventuale riciclaggio di denaro, insider trading e manipolazione del mercato» in cui sarebbe stata utilizzata l'Apsa, l'Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica che gestisce finanze ed immobili d'Oltretevere. Il rapporto, di 33 pagine, sospetta che l'Apsa sia stata utilizzata da persone estranee al Vaticano, con eventuale complicità di personale Apsa, in violazione dei propri regolamenti. In particolare, gli investigatori finanziari vaticani hanno evidenziato un «portfolio» che sarebbe stato relativo a Gianpietro Nattino, presidente di Banca Finnat Euramerica SpA, il cui contenuto «oltre 2 milioni di euro» sarebbe stato trasferito in Svizzera poco prima che in Vaticano fossero introdotte le nuove leggi contro il riciclaggio.

Lombardi: «Il Papa non è sconfortato». Non si può dire che il Papa sia «sconfortato» dal'inchiesta giudiziaria che ha portato all'arresto di mons. Balda e di Francesca Chaouqui. Lo ha detto padre Federico Lombardi. «Il Vaticano - ha aggiunto rispondendo ad una domanda - non prende decisioni sulla base dei libri di Nuzzi e Fittipaldi. Il Vaticano conosce già molto bene la realtà e sa cosa deve fare».

L'inchiesta sulla fuga di documenti riservati dal Vaticano, ha detto Lombardi, non registra comunque «attualmente altri indagati», smentendo le voci secondo cui l'indagine avrebbe coinvolto anche il marito di Francesca Chaouqui.

«Una cosa - ha osservato padre Lombardi - è che alla luce delle risultanze degli interrogatori si facciano altre verifiche, altro è che vengano interrogate delle persone come indagate». La prima cosa, ha detto, «fa parte della normalità, e attualmente non risultano altri indagati».

«I libri non rendono ragione del coraggio del Papa». «La riorganizzazione dei dicasteri economici, la nomina del revisore generale, il funzionamento regolare delle istituzioni di controllo delle attività economiche e finanziarie, sono una realtà oggettiva e incontrovertibile»: «il Vaticano prosegue senza incertezze sulla strada della buona amministrazione» e, ha detto padre Lombardi, «la pubblicazione alla rinfusa di una grande quantità di informazioni differenti, in gran parte legate a una fase ormai superata, senza possibilità di approfondimento e valutazione» non «rende ragione al coraggio e all'impegno del Papa».

«Com'è noto, - spiega padre Lombardi in un ampio commento pubblicato dalla Radiovaticana - una buona parte di ciò che è stato pubblicato è il risultato di una divulgazione di notizie e documenti di per sè riservati e quindi di un'attività illecita che viene quindi perseguita penalmente con decisione dalle competenti autorità vaticane. Ma non è di questo che vogliamo ora parlare, dato che è già oggetto di molta attenzione». Il portavoce rimarca piuttosto come si tratti in buona parte di informazioni già note: «Ci interessa ora riflettere piuttosto sul contenuto delle divulgazioni. Si può dire che in buona parte si tratta di informazioni già note, anche se spesso con minore ampiezza e dettaglio, ma soprattutto va notato che la documentazione pubblicata è perlopiù relativa a un notevole impegno di raccolta di dati e di informazioni messa in moto dal Santo Padre stesso per svolgere uno studio e una riflessione di riforma e miglioramento della situazione amministrativa del Vaticano e della Santa Sede».

Altra osservazione: gran parte del materiale proviene dall'archivio della Cosea: «La Cosea (Commissione Referente di Studio e Indirizzo sull'Organizzazione delle Strutture Economico-Amministrative della Santa Sede) dal cui archivio proviene buona parte della informazione pubblicata, - ricorda padre Lombardi - era stata infatti istituita dal Papa il 18 luglio 2013 a tale scopo e poi sciolta dopo il compimento del suo incarico. Non si tratta quindi di informazioni ottenute in origine contro la volontà del Papa o dei responsabili delle diverse istituzioni, ma generalmente di informazioni ottenute o fornite con la collaborazione di queste stesse istituzioni, per concorrere allo scopo positivo comune». Il padre gesuita ricorda poi che degli stessi dati si possono dare letture diverse: «Naturalmente, una gran quantità di informazioni di tal genere va studiata, compresa e interpretata con cura, equilibrio e attenzione. Spesso sono possibili letture diverse a partire dagli stessi dati». «Un esempio - spiega Lombardi - è quello della situazione del Fondo Pensioni, sul quale sono state espresse in successione di tempo valutazioni molto diverse, da quelle che parlano con preoccupazione di un grande 'bucò, a quelle che forniscono invece una lettura rassicurante (come risultava nei Comunicati ufficiali autorevolmente pubblicati tramite la Sala Stampa della Santa Sede)».

Padre Lombardi commenta poi ampiamente il capitolo sulla origine dei beni della Chiesa e la destinazione dei fondi dell'Obolo di San Pietro, anche in relazione agli accordi tra Italia e Santa Sede. «Nel corso del tempo - osserva ancora il portavoce del Papa - queste tematiche ritornano periodicamente, ma sono sempre occasione di curiosità o di polemiche. Bisognerebbe avere la serietà per approfondire le situazioni e i problemi specifici, in modo da saper riconoscere il molto (assai più di quanto generalmente non si dica, e sistematicamente taciuto dal genere di pubblicazioni di cui stiamo parlando) che è del tutto giustificato e normale e ben amministrato (compreso il pagamento delle tasse dovute) e distinguere dove si trovano inconvenienti da correggere, oscurità da illuminare, vere scorrettezze o illegalità da eliminare».

Ultimo aggiornamento: 5 Novembre, 08:37 © RIPRODUZIONE RISERVATA