Papa Francesco all'Onu: «Basta abusi e usura sui Paesi poveri. Sul clima servono soluzioni urgenti»

Venerdì 25 Settembre 2015 di Franca Giansoldati
Papa Francesco all'Onu: «Basta abusi e usura sui Paesi poveri. Sul clima servono soluzioni urgenti»

«Non possiamo permetterci di rimandare alcune agende al futuro. Il futuro ci chiede decisioni critiche e globali di fronte ai conflitti mondiali che aumentano il numero degli esclusi e dei bisognosi». Papa Bergoglio prende la parola davanti alle nazioni e descrive con un certo allarme un orizzonte comune denso di nubi.

Tempeste in arrivo. Parla in spagnolo, la sua lingua materna, lancia un appello affinché l'Onu venga riformato garantendo più partecipazione e si scaglia contro gli abusi e l'«usura» nei confronti dei aesi poveri. Chiede «terra, casa, lavoro e libertà per tutti e definisce urgenti le soluzioni da trovare per salvare l'ambiente che per il Pontefice è un diritto.

Accolto da due bambini muniti di un variopinto mazzo di fiori, Papa Francesco ha varcato la soglia del Palazzo di Vetro dell’Onu. I bambini si chiamano Emile e Maxime Antoine Laberge, rispettivamente di sette e sei anni, sono canadesi, figli di un membro della missione di pace delle Nazioni Unite ad Haiti morto durante il terremoto del 2010. La bandiera della Santa Sede, bianca e gialla, sventola assieme a tutte le altre, una lunga fila di vessilli colorati. Il Palazzo dell'Onu ha da poco acconsentito di includere e issare anche le bandiere degli osservatori permanenti. Palestina compresa (anche se si erano schierati contro gli Usa e Israele).

L'ultima volta che alle Nazioni Unite aveva parlato un Papa era stato nel 2008, allora regnava Benedetto XVI. Bergoglio entra subito nel vivo delle questioni e non accantona nessun tema politico. La controversia ambientale, innanzitutto, importantissima alla vigilia del vertice di Parigi. “Il mondo chiede con forza a tutti i governanti una volontà effettiva, pratica, costante, fatta di passi concreti e di misure immediate, per preservare e migliorare l’ambiente naturale e vincere quanto prima il fenomeno dell’esclusione sociale ed economica, con le sue tristi conseguenze di tratta degli esseri umani, commercio di organi e tessuti umani, sfruttamento sessuale di bambini e bambine, lavoro schiavizzato, compresa la prostituzione, traffico di droghe e di armi, terrorismo e crimine internazionale organizzato”.

Il pensiero di Francesco è noto, lo ha esposto dettagliatamente nella ultima enciclica Laudato Sii e lo ha ulteriormente articolato durante il suo viaggio in Bolivia, quando ha parlato davanti ai movimenti popolari. In pratica chiede alle Nazioni ricche di stabilire una soglia di crescita fattibile. Per tutti. “Questo minimo assoluto, a livello materiale ha tre nomi: casa, lavoro e terra; e un nome a livello spirituale: libertà dello spirito, che comprende la libertà religiosa, il diritto all’educazione e gli altri diritti civili”.

L'agenda per lo sviluppo riguarda “l'accesso effettivo, pratico e immeditato, per tutti, ai beni materiali e spirituali indispensabili: abitazione propria, lavoro dignitoso e debitamente remunerato, alimentazione adeguata e acqua potabile; libertà religiosa e, più in generale, libertà dello spirito ed educazione. Nello stesso tempo, questi pilastri dello sviluppo umano integrale hanno un fondamento comune, che è il diritto alla vita, e, in senso ancora più ampio, quello che potremmo chiamare il diritto all’esistenza della stessa natura umana”.

Poi il capitolo delle guerre, dei rifugiati, delle persecuzioni religiose. “In tutto il Medio Oriente, nel Nord Africa e in altri Paesi africani, i cristiani, insieme ad altri gruppi culturali o etnici e anche con quella parte dei membri della religione maggioritaria che non vuole lasciarsi coinvolgere dall’odio e dalla pazzia, sono stati obbligati ad essere testimoni della distruzione dei loro luoghi di culto, del loro patrimonio culturale e religioso, delle loro case ed averi e sono stati posti nell’alternativa di fuggire o di pagare l’adesione al bene e alla pace con la loro stessa vita o con la schiavitù”.

Non vuole parlare solo di cristianofobia, perchè sarebbe riduttivo. Il Papa preferisce mostrare il lato orribile della persecuzione religiosa nei confronti di tutti gli uomini di buona volontà, difendendo così anche i musulmani moderati o gli yazidi perseguitati in Iraq, anch'essi finiti nel mirino dell'Isis. “È tale l’ordine di grandezza di queste situazioni e il numero di vite innocenti coinvolte, che dobbiamo evitare qualsiasi tentazione di cadere in un nominalismo declamatorio con effetto tranquillizzante sulle coscienze. Dobbiamo aver cura che le nostre istituzioni siano realmente efficaci nella lotta contro tutti questi flagelli”.

Il Papa fa appello al “diritto dell’ambiente”, ai limiti etici che comporta e al fatto che “qualsiasi danno all’ambiente, è un danno all’umanità”. Ne comporta che l'abuso o la distruzione della natura “sono associati ad un inarrestabile processo di esclusione. In effetti, una brama egoistica e illimitata di potere e di benessere materiale, conduce tanto ad abusare dei mezzi materiali disponibili quanto ad escludere i deboli e i meno abili, sia per il fatto di avere abilità diverse (portatori di handicap), sia perché sono privi delle conoscenze e degli strumenti tecnici adeguati o possiedono un’insufficiente capacità di decisione politica”. Risultato che sono i più poveri a soffrirne maggiormente. “Essi sono scartati dalla società, sono nel medesimo tempo obbligati a vivere di scarti e devono soffrire ingiustamente le conseguenze dell’abuso dell’ambiente. Questi fenomeni costituiscono oggi la tanto diffusa e incoscientemente consolidata cultura dello scarto”.

Tra pochi giorni si terrà all'Onu il vertice mondiale per l’adozione dell’ “Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile”. Bergoglio ne approditta per lanciare un appello: “Non sono sufficienti gli impegni assunti solennemente, anche quando costituiscono un passo necessario verso la soluzione dei problemi”. Bisogna dare a ciascuno il suo, secondo la definizione classica di giustizia: “nessun individuo o gruppo umano si può considerare onnipotente, autorizzato a calpestare la dignità e i diritti delle altre persone singole o dei gruppi sociali”. In poche parole serve un colpo d'ali, occorre guardare l'orizzonte e realizzare un miracolo. Già un miracolo.

Ultimo aggiornamento: 26 Settembre, 17:04 © RIPRODUZIONE RISERVATA