Papa Francesco: «L'Europa non abbia paura dei migranti, ma occorre prudenza»

Martedì 1 Novembre 2016 di Franca Giansoldati
Papa Francesco: «L'Europa non abbia paura dei migranti, ma occorre prudenza»

Da bordo dell'aereo papale - “L'Europa non abbia paura dei migranti". Però "occorre prudenza”. Papa Bergoglio si lascia alle spalle la Svezia, uno dei paesi maggiormente accoglienti verso i profughi e gli immigrati anche se, ultimamente, per effetto dell'aumento vertiginoso di richieste di ingresso ha drasticamente chiuso i rubinetti. Sull'aereo, nella conferenza stampa di ritorno, con i giornalisti, torna sull'argomento correggendo un po' il tiro rispetto al passato. Più che sfumature, prospettive. Bergoglio prima di tutto “come argentino”  ha voluto ringraziare personalmente il governo di Stoccolma per avere ospitato, durante gli anni della sanguinosa dittatura militare di Videla, tanti emigrati che fuggivano dall'Argentina, come dal Cile o dall'Uruguay.  E oggi? “Oggi tanto per cominciare bisogna distinguere tra migrante e rifugiato. L'ingresso del migrante va regolato;  il rifugiato, invece, viene da una situazione di guerra e angoscia e non è libero. Lo status di rifugiato ha bisogno di più cura e lavoro, e in questo la Svezia ha sempre dato un esempio investendo molto, facendo imparare la lingua a chi entrava. In questo aspetto dell'integrazione non dobbiamo spaventarci perché l'Europa è stata fatta con una continua integrazione di culture, tante culture”.

Bergoglio rispondendo a chi gli chiedeva un parere sulle nazioni che chiudono le frontiere ha precisato che non si può “chiudere il cuore a chi fugge dalla guerra, a un rifugiato, ma esiste la prudenza dei governanti che devono fare il calcolo di come poterli sistemare, perché i rifugiati vanno accolti ma poi li si deve anche integrare”.

L'importante è restare con il “cuore aperto. Non è umano chiudere le porte, non è umano chiudere il cuore. Alla lunga questo si paga”.

Il rischio di tanti Paesi che accolgono senza integrare gli stranieri, ha specificato, è “una imprudenza nei calcoli, nel ricevere più di quelli che si possono integrare. Il pericolo quando un migrante o un rifugiato non viene integrato, è che si ghettizza, entra in un ghetto con una cultura che non si mescola con l'altra cultura e questo è pericoloso”. Insomma, parola d'ordine è buon senso, attenzione e “prudenza”.

Il secondo tema affrontato è stata la questione delle donne prete. In Svezia il presidente della Chiesa luterana è una donna. Papa Bergoglio ha scherzato sull'argomento, poi facendosi più serio ha spiegato che per i cattolici la strada del sacerdozio femminile è stata chiusa definitivamente da San Giovanni Paolo II. Da un punto di vista teologico “quella decisione rimane” anche se le donne “posso fare tante cose meglio degli uomini”.

La conferenza è proseguita con una riflessione sulla gravissima crisi venezuelana, affrontata la scorsa settimana con il Presidente Maduro in Vaticano, di passaggio da una missione nei Paesi del Golfo. “Il dialogo è l'unica strada praticabile, una ricetta valida per tutti i conflitti. Io col cuore ce la metto tutta sul dialogo, credo che si debba andare su quella strada, anche se non so come finirà, perché è molto complesso. Ho designato il nunzio Celli ad occuparsi del caso”. Un giornalista francese, invece, ha chiesto un parere sulla secolarizzazione in Europa. Risposta: “il problema è il laicismo, non una sana laicità”. Il fenomeno della secolarizzazione col tempo ha finito per intaccare anche le strutture ecclesiali (“la mondanità nella Chiesa è pericolosa”).

Infine il programma per i viaggi del 2017 (“Non è stato ancora strutturato a parte India e Bangladesh”) e l'invito a combattere la tratta degli esseri umani. “Schiavi nelle industrie, nei campi, sui marciapiedi”.

A Buenos Aires, ha raccontato il Papa, “ho lavorato con le suore che aiutavano le donne schiave, a me non piace chiamarle prostitute. Donne schiave. Una volta l'anno facevo una messa in una piazza a Buenos Aires . Qui in Italia ci sono tanti gruppi di volontariato che lavorano contro la tratta. E' una cosa bella che ha l'italia. E questo è dovuto ai parroci”.

Ultimo aggiornamento: 3 Novembre, 08:13 © RIPRODUZIONE RISERVATA