Vaticano, a un vescovo argentino affidato il compito di controllare meglio l'Apsa

Martedì 19 Dicembre 2017 di Franca Giansoldati
Vaticano, a un vescovo argentino affidato il compito di controllare meglio l'Apsa
Città del Vaticano Un vescovo argentino piuttosto battagliero e intraprendente è appena stato incaricato dal Papa di supervisionare l’attività dell’Apsa, l’ente che gestisce l’immenso patrimonio immobiliare della Santa Sede, in passato finito al centro di scandali e sospetti finanziari. Si tratta di monsignor Gustavo Óscar Zanchetta, fino a luglio vescovo di Orán, una città del Nord dell’Argentina, quasi ai confini con la Bolivia, una zona considerata piuttosto pericolosa per la presenza di narcotrafficanti. Si dice che Zanchetta fosse stato oggetto anche di pesanti minacce fino a che, a luglio, si era improvvisamente dimesso adducendo motivi di salute. Oggi il Papa gli ha affidato il ruolo di Assessore all’Apsa, una figura che è stata creata appositamente per lui. Zanchetta è stato ordinato prete nel 1991 e da allora ha fatto una carriera brillante e spedita, fino a diventare prima segretario della commissione episcopale per l’università cattolica argentina, e successivamente incaricato delle questioni economiche della diocesi di Quilmes e poi vescovo nel 2013. Secondo alcuni media cattolici argentini il vescovo si sarebbe dimesso ad Oran per uno scandalo economico ma la malignità è stata subito messa a tacere.

L'Apsa oltre a gestire uno sterminato patrimonio immobiliare, funziona un po’ come una specie di seconda banca oltre lo Ior. Due anni fa fece scalpore il caso dell’arresto di un sacerdote, don Nunzio Scarano, ex contabile dell’Apsa, con accuse pesantissime che andavano dalla corruzione, al riciclaggio e al falso in atto pubblico. Papa Bergoglio giustificò questo arresto dicendo che se Scarano era finito in cella non era di certo perché somigliava alla Beata Imelda. L’Apsa, di fatto, ha sempre funzionato come cassaforte e per il suo controllo è stata al centro di un lungo braccio di ferro da parte del Dicastero dell’Economia. Il cardinale Pell, quando svolgeva l’incarico di presidente, prima di essere costretto ad andare in Australia per difendersi dall’accusa di avere coperto casi di pedofilia,  aveva provato più volte a ispezionare i conti, verificare i documenti ma senza avere mai ottenuto troppe risposte positive. Più di una volta Papa Bergoglio è dovuto intervenire per abbassare il livello di scontro tra Pell e il cardinale Domenico Calcagno, prefetto dell’Apsa.
 
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