Padre Pedro Opeka a Roma, candidato al Nobel per la pace

Martedì 29 Maggio 2018 di Franca Giansoldati
Padre Pedro Opeka a Roma, candidato al Nobel per la pace
Città del Vaticano - C'è chi lo accosta a Madre Teresa, chi lo paragona all'Abbè Pierre. In Francia l'attività umanitaria di padre Pedro Opeka è ben conosciuta, se ne era occupata direttamente Michelle Mitterand quando era la Premiere Dame di Francia, assicurando alla missione di questo religioso di origini slovene, cresciuto in argentina e attivo in Madagascar, sostegni e sponsorizzazioni. In questi giorni padre Opeka si trova a Roma per rafforzare la sua candidatura al Nobel per la Pace, per raccogliere fondi attraverso cene di charity e per incontrare Papa Francesco.

Questo missionario lazzarista argentino, 69 anni, è riuscito a realizzare il piccolo-grande miracolo per i più poveri del Madagascar, il villaggio di Akamasoa (I buoni amici), situato alle porte della capitale Antananarivo, dove si trova una immensa discarica di rifiuti attorno alla quale vivono decine di migliaia di persone che frugano tra l'immondizia alla ricerca di materiale da riciclare, da rivendere, da mangiare.

Nel 1989 quando vi arrivò per la prima volta padre Pedro Pablo Opeka, rimase a bocca aperta a vedere la quantità di bambini che cresceva nei rifiuti, imparando a sopravvivere nella miseria, tra le malattie, senza educazione, sanità, soprattutto senza futuro. Il religioso non si perse d'animo e iniziò ad organizzarsi. Nell'arco di un decennio migliaia di famiglie hanno imparato a rivivere in dignità, ha aiutato a costruire delle casette prefabbricate, ha insegnato a riciclare i materiali e a organizzare delle cooperative di lavoro. Padre Pedro ripete spesso che la povertà non è una fatalità, ma una triste realtà che ha le sue cause e può essere combattuta.
Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 15:58 © RIPRODUZIONE RISERVATA