Diplomazia, papa Francesco accelera la marcia su Mosca

Mercoledì 1 Giugno 2016 di Franca Giansoldati
Diplomazia, papa Francesco accelera la marcia su Mosca

Città del Vaticano. Obiettivo: Mosca. L'ultimo tassello diplomatico di Papa Francesco per fluidificare il dialogo e per rafforzare il clima di collaborazione esistente con il Patriarca di tutte le Russie, è stato di trasferire da Varsavia a Mosca il nunzio apostolico. Quello di monsignor Celestino Migliore è stato uno spostamento maturato dietro le quinte e voluto proprio per accelerare i tempi di una possibile visita papale. Un sogno, una meta ambita, un progetto. Tanto che in Polonia – dove Migliore si trovava fino a l'altro ieri – diversi osservatori manifestavano aperto disagio anche perché la Giornata Mondiale della Gioventù nella terra di San Wojtyla è ormai agli sgoccioli, e il Paese si sta preparando a celebrare in pompa magna questo appuntamento internazionale. Cambiare il nunzio apostolico in questo contesto a molti è sembrata una provocazione. Ma tant'è.

Monsignor Migliore ha un curriculum di ferro. Ha alle spalle anni di lavoro come Osservatore Permanente all'Onu e prima ancora in Segreteria di Stato come sottosegretario agli Esteri durante la guerra in Iraq quando Giovanni Paolo II cercò fino all'ultimo di impedire un conflitto dalle conseguenze devastanti. Non solo. Il nuovo nunzio è un uomo che il Patriarcato di Mosca già conosce per via delle relazioni diplomatiche che teneva con Hilaryon, quando ancora c'era Alessio II. Insomma, un veterano che sa muoversi in un contesto delicato. Papa Francesco è chiaro che punta a Est, desidera rafforzare il legame con le Chiese ortodosse, avvicinarsi a loro per lavorare su terreni comuni, come è stato dimostrato recentemente. La difesa dell'ambiente (argomento caro al Patriarca Bartolomeo II), la promozione dei valori umani, la difesa della libertà religiosa e dei cristiani perseguitati, l'attenzione ai profughi. Argomenti, questi ultimi, che ha condiviso con il Patriarca Kirill e sui quali si stanno formando piattaforme di lavoro in comune, specie dopo lo storico abbraccio a Cuba, in un paese neutrale ma familiare ad entrambi. Monsignor Migliore non sarà l'unico facilitatore di questo ambizioso progetto. Lavorerà in tandem. Papa Francesco nei mesi scorsi ha provveduto a cambiare altri due nunzi chiave, quello di Belgrado e quello di Kiev. Nel primo caso ha mandato monsignor Luciano Suriani, fino a poco tempo prima, responsabile in Vaticano di tutte le nunziature, uno che si è fatto le ossa con il cardinale Tauran a sciogliere il clima con il patriarca di Belgradon Ireneo. Nel secondo caso, la sostituzione ha riguardato monsignor Gugerotti, competente di Chiese dell'Est, cresciuto sotto l'ala del cardinale Silvestrini, il quale ha preso il posto di Gullikson, un arcivescovo americano che durante la crisi tra Ucraina e Mosca si è sbilanciato un po' troppo, creando malumori (e contraccolpi) in Russia. Insomma, la partita è ampia e si estende su diverse aree. A febbraio l'abbraccio con Kirill, il mese scorso l'incontro a Lesbos, l'isola dei migranti, con Bartolomeo, a fine giugno la visita in Armenia. In parallelo a breve si svolgerà il Sinodo pan ortodosso sull'isola di Creta. Lo scenario internazionale, come hanno convenuto sia Papa Francesco che il patriarca Kirill, ormai impone un cambio di marcia comune, il superamento delle diffidenze e delle storiche spaccature.

La strada è lunga ma l'acceleratore è premuto al massimo.

Qualche settimana fa a Madrid, ad un incontro con la stampa, il cardinale Tauran ha evocato il sogno di Francesco (“A Mosca? Sì, anche se ci sono alcune sfumature da considerare”). Se Francesco sarà il primo Papa a mettere piede al Cremlino chiuderà un capitolo storico terribile, quello delle persecuzioni avvenute sotto Stalin e durante la dittatura comunista. Intanto il Patriarcato di Mosca ha salutato con soddisfazione la nomina del nunzio Migliore, auspicando che contribuisca alla “promozione di interventi comuni per proteggere i cristiani perseguitati e difendere i valori morali nel mondo”. L'agenzia Interfax, citando una fonte del Patriarcato, lo ha descritto come uno dei più esperti diplomatici del Papa e sicuramente “porterà una più stretta collaborazione “ tra Patriarcato e Santa Sede. 

Ultimo aggiornamento: 2 Giugno, 11:53 © RIPRODUZIONE RISERVATA