Sos dei missionari italiani in Camerun, «guerriglia e caos a rischio persino la messa di Pasqua»

Sabato 31 Marzo 2018 di Franca Giansoldati
Sos dei missionari italiani in Camerun, «guerriglia e caos a rischio persino la messa di Pasqua»
Città del Vaticano Sos dal Camerun. La situazione per i missionari italiani che si trovano nella ex colonia francese sta diventando allarmante. Soprattutto a Fontem, un piccolo paese nel nord-ovest, nella prefettura di Lebialem, dove si trova il Mary Health of Africa, l'ospedale fondato nel 1964 dai Focolarini per volere di Chiara Lubich. La guerra civile scoppiata con gli indipendentisti anglofoni si è estesa e ha raggiunto i villaggi attorno a Fontem, la gente è fuggita o ha trovato riparo dove ha potuto, «scarseggiano i viveri e le sparatorie violente si alternano a momenti di silenzio angosciante». Dai racconti che arrivano la sicurezza sembra ormai diventata un lusso per chiunque, anche per i sacerdoti italiani, che continuano a restare. Il tam tam dei missionari informa che in quella zona il caos è tale che probabilmente non vi saranno messe di Pasqua per via degli scontri e delle tensioni.

La situazione è in via di peggioramento. L’esercito, l'anno scorso, aveva stroncato manifestazioni pacifiche, causando morti e feriti tra i manifestanti che chiedevano l’indipendenza delle regioni anglofone. Di lì a poco era scoppiata la guerra civile. Il problema anglofono ha radici antiche. Nel 2016, la popolazione di lingua inglese aveva dato il via a proteste organizzate denunciando la sua progressiva marginalizzazione. Dopo mesi di tensione e accuse di discriminazioni, erano seguite dure repressioni e atti di vera e propria guerriglia.

A questo quadro si aggiungono anche gli attentati compiuti l'anno scorso dai miliziani di Boko Haram in un'altra zona del Paese: quattro civili e un kamikaze nella moschea di Sanda-Wadjiri nell’Estremo Nord , e poi persone rapite, abitazioni e una chiesa date alle fiamme. A lanciare l'allarme erano stati i missionari del Pime mettendo in luce che nel Nord del Camerun – e in tutta l’area del Lago Ciad– la situazione era di nuovo precipitata.

Secondo Amnesty International, «almeno 381 civili erano rimasti uccisi nella nuova campagna di attentati suicidi lanciata da Boko Haram in Camerun e Nigeria dall’aprile 2017, il doppio rispetto ai cinque mesi precedenti». Una campagna che aveva visto quasi sempre protagoniste, loro malgrado, numerose bambine-kamikaze.

Gli italiani presenti in Camerun sono soprattutto missionari del Pime assieme ai  Focolarini che hanno fondato un grande ospedale rispondendo ad una richiesta di aiuto da parte del Fon (re locale) a causa dell'alta mortalità infantile (stimata all'epoca al 90%) per una malattia del sonno. Il Fon chiese aiuto al Vescovo e da qui a Chiara Lubich, che decise di rispondere alla richiesta,  fondando con elettricisti, ingegneri, medici, infermieri, il primo reparto del Mary Health.

Negli ultimi anni la mortalità infantile legata alla malattia del sonno era scesa al 2% e l’ospedale rappresentava un centro importante di cura, tanto da richiamare pazienti da Douala (capitale economica)  e Youndé (capitale politica). Nel centro ci sono anche ambulatori, laboratori di analisi, un reparto di medicina interna maschile e femminile, un reparto di chirurgia, la sala operatoria, poi il reparto di pediatria e il nuovo reparto di malattie infettive. L’ospedale è tuttora gestito da Focolarini, ma gran parte del personale sanitario è camerunense. A Fontem non c'è solo il Mary Health. A fianco dell’ospedale, sorge infatti un college, che rappresenta uno dei più importanti istituti pre-universitari del Camerun, un asilo e la chiesa. La guerra civile sta mettendo in discussione tutto quanto fatto finora. 
Ultimo aggiornamento: 2 Aprile, 09:24 © RIPRODUZIONE RISERVATA