Roma, Michele Placido: «Basta indifferenza, ora serve impegno civico»

Venerdì 3 Giugno 2016 di Mario Ajello
Roma, Michele Placido: «Basta indifferenza, ora serve impegno civico»

Michele Placido, lei come altri artisti ha deciso di impegnarsi per Roma perché la situazione è tragica assai? 
«È una città al collasso. Nella quale non solo gli intellettuali e gli artisti hanno tradito il proprio ruolo di stimolo e di denuncia. Ma perfino la Chiesa, che attraverso le parrocchie era presente e cosciente sui territori, ha in molti casi abdicato all’impegno civico e civile. Oggi l’indifferenza laica e quella cattolica si sommano e la situazione è sotto gli occhi di tutti». 

È quella di una Capitale abbandonata? 
«La partecipazione civica aveva tante reti territoriali che sono saltate. E anche i politici hanno abbandonato il campo, per ritirarsi nella sede unica dei talk show. Li vedi sempre davanti alle telecamere e mai su un tram. Lei sa che cosa diceva Cesare Zavattini?». 

A proposito di che cosa? 
«A chi gli chiedeva come mai il cinema italiano non sapesse più descrivere la realtà, lui rispondeva: è semplice, perché gli sceneggiatori non prendono più l’autobus. E così, aggiungerei io, è accaduto ai nostri politici». 

Dunque lei ha deciso di impegnarsi? 
«All’inizio, mi sono trovato un po’ solo. Ora vedo che altri artisti, per esempio Claudio Santamaria al fianco del M5S, si sentono coinvolti nel destino di Roma. E questo è un bene».
 
Lei farà l’assessore alla cultura di Marchini?
«Assolutamente, no. E neanche mi è stato chiesto di farlo. Non voglio incarichi istituzionali. Sono a disposizione gratuitamente, come in passato ho fatto per il sindaco Veltroni, per dare consigli. Mi sento un volontario della cultura. Ai tempi dell’assessore Borgna, persona di enorme valore, mi impegnai nel teatro di Tor Bella Monaca e quella esperienza è stata un successo. Ora i cosiddetti teatri di cintura sono chiusi, per mancanza di volontà politica e di soldi. Ma è dalle periferie - anzi, basta a parlare di periferie: sono città vera e propria! - occorre ripartire, attraverso nuovi teatri, musei, associazioni, centri di formazione». 

Perché è fallito il cosiddetto Modello Roma che sulla cultura era incentrato? 
«Perché la lottizzazione ha investito anche le nomine nel campo culturale. Dico di più. Mafia Capitale non ha riguardato solo gli appalti sull’accoglienza dei migranti o sul verde pubblico. Consiglierei ai magistrati di capire come sono stati gestiti i teatri di cintura e perché sono sono stati costretti a chiudere. Lo stesso discorso vale per il Teatro Valle. È mai possibile che questo gioiello settecentesco sia negato ai romani e sia fuori dai circuiti dello spettacolo internazionale? È come se a Parigi non funzionasse il teatro della Comédie Francaise».

Lei, che ora ha scelto Marchini, non era di sinistra? 
«Lo sono sempre stato. Ho anche votato Marino. Ma poi ho capito che la mia parte politica veniva tradita per questioni di interessi, per lotte tra fazioni politiche dentro al partito. Le faide interne, dovute al malaffare, hanno affossato la sinistra in questa città». 

Dunque ha scoperto il civismo? 
«Roma ha bisogno di essere rappresentata da chi da questa città ha ricevuto. Marchini è uno di questi. Io, nel mio piccolo, anche. Sto qui da 50 anni, sento l’obbligo di dover dare una mano». 

È solo colpa della politica il disastro romano?
«È anche dei cittadini. È mancata l’educazione civica. Molti di noi lasciano la spazzatura sui marciapiedi e non rispettano gli orari sulla differenziata. Ognuno di noi, e non solo i politici, ha il ruolo istituzionale di tenere pulito il condominio o il giardinetto sotto casa. Quando non facciamo questo siamo anti-politici. Il nostro compito di uomini politici è quello di rispettare le regole e di denunciare le vergogne. E non lo abbiamo fatto». 

Ma lei, che ha anche recitato nel “Caimano”’di Nanni Moretti, non si trova a disagio di stare in alleanza con Berlusconi? 
«Il Pd è alleato di Verdini, che è un simbolo berlusconiano. Alfano, che da Berlusconi deriva, è il partner più stretto di Renzi. La Meloni è alleata di Salvini che disprezza Roma. Gli schemi sono saltati per tutti. Quanto a Berlusconi, è lui che è andato sulla candidatura civica di Marchini, e non mi risulta che Alfio abbia chiesto qualcosa in cambio». 

Quanti millenni saranno necessari, per uscire da questo basso impero? 
«Bisogna essere fiduciosi. La politica ha sempre capacità di resurrezione, come direbbe Tolstoj. Però tocca a noi cittadini essere più partecipi tramite la mostra passione e guardando la storia di Roma. Questa città è l’erede dell’Antica Grecia. Dove gli intellettuali, da Eschilo a Sofocle, erano i portavoce dei cittadini attraverso il teatro. Si dava voce alla voglia di cambiamento del popolo. Oggi bisogna guardare al futuro, rileggendo gli errori del passato. E ripensando con orgoglio alla nostra storia, che ha fatto Roma capitale del mondo, e tale deve tornare ad essere. Quando sento i grillini negare la possibilità a Roma di tornare alla gloria passata attraverso le Olimpiadi, mi cadono le braccia». 
 

Ultimo aggiornamento: 4 Giugno, 10:30 © RIPRODUZIONE RISERVATA