Supermercati, la spesa è giusta, l'igiene no: occhio a carrelli, affettatrici e casse

Giovedì 4 Febbraio 2016 di Luisa Mosello
Supermercati, la spesa è giusta, l'igiene no: occhio a carrelli, affettatrici e casse
La spesa al supermercato, questa sconosciuta. Come le tante insidie nascoste che gli ignari consumatori spesso neanche immaginano. Non parliamo della qualità dei prodotti, dell’integrità delle confezioni, delle date di scadenza e dintorni ma proprio del luogo frequentato quotidianamente da migliaia di persone che lo scelgono per fare scorte alimentari, per qualche giorno o anche per mesi. Se prima era considerato anche un posto galeotto, in cui i single potevano fare incontri fra un etto di prosciutto e un chilo di mele (c’era una canzone di Mina in tema), ora più che alle occhiate languide di possibili spasimanti è bene fare attenzione a dove e come muoversi. Per non rischiare qualche infezione, piccola o grande che sia. Perché, secondo l’analisi dell’ americano The Daily Meal, i supermarket sono sì utili e comodissimi, ma lo sono anche per germi e batteri che spesso li abitano con estrema disinvoltura.

La pulizia totale, quella da presidio ospedaliero, certo non esiste in nessun posto ed è praticamente impossibile, purtroppo, trovare luoghi igienizzati al 100 per cento. Ma  dove si va a fare la spesa si spera sempre in un ambiente non proprio “sterilizzato” ma più pulito di altri.
Ecco i posti più a rischio, quelli a cui far più attenzione. Con il consiglio, sempre efficace, di lavarsi bene le mani e i cibi acquistati una volta tornati a casa. Perché i germi che possono anche provocare virus influenzali riescono a sopravvivere anche 18 ore.
 
In pole position c’è la cassa. Dove transita di tutto prodotti, portafogli, soldi. E poi le borse di chi paga oltre ad altri sacchetti che magari sono stati posati a terra. E poi ci sono le mani dei cassieri che non hanno mai guanti protettivi e toccano ripetutamente denaro, carte di credito, carte di raccolta punti e insieme alimenti ,a volte incartati a volte no.

Segue il nastro trasportatore della stessa cassa, difficile da pulire e disinfettare a fondo perché fatto di Pvc a base di petrolio, molto poroso. E’ qui che possono proliferare lieviti e muffe.

Poi le affettatrici del reparto salumi prosciutti:  se non vengano pulite bene e spesso sono a rischio contaminazione di batteri, compresa la listeria.

Quindi il banco della frutta e della verdura: ci sono i guanti per prendere pere e zucchine ma non bastano perché se la mano non è pulita non lo sarà neanche quello che indossa. E poi spesso in tanti neanche li usano per palpare dal vivo la maturità della pesca o del  pomodoro.

A breve distanza il banco della carne che ospitano i cibi più delicati quelli crudi ospitati in pacchetti con l’involucro di plastica pressati gli uni sugli altri per far posto anche ad altri ospiti indesiderati come i germi.

Attenzione anche alla borsa riusabile che farà pure bene all’ambiente ma non sempre alla nostra salute. Usata spesso si appoggia ovunque. Il consiglio è quello di lavarla molto spesso e lasciarla in un posto pulito, non dove capita, sul sedile della macchina o all’ingresso nel portaombrelli.

E al carrello che passa di mano in mano, accoglie ogni tipo di prodotto dalla pasta al detersivo al pesce. C’è chi usa pulirne il manico con una salvietta disinfettante.

Occhio ai prodotti presi nell’area dello scarico temporaneo, quello cioè dove vengono posizionati in attesa di essere esposti negli scaffali definitivi. Vanno lavati con più cura.

E infine al pavimento che potrà essere raschiato con mille spazzoloni mille volte ma non sarà mai “puro”. Evitare il più possibile di poggiare borse sacchetti e quant’altro per non portarsi dietro una spesa (batteriologica) non prevista. 
Ultimo aggiornamento: 5 Febbraio, 21:54 © RIPRODUZIONE RISERVATA