Sgomberi, le nuove regole del Viminale: «Troveremo gli alloggi prima dei blitz»

Sabato 26 Agosto 2017 di Sara Menafra
Sgomberi, le nuove regole del Viminale: «Troveremo gli alloggi prima dei blitz»
Cambiano e si stringono le regole per gli sgomberi dei palazzi occupati. Dopo giorni di polemiche e dopo essere stato accusato di aver messo in pericolo la vita di centinaia di rifugiati, il ministro dell'Interno, Marco Minniti, ha deciso di prendere di petto la questione: nelle prossime ore firmerà una circolare in cui invita i prefetti a procedere a «liberare» le strutture sottoposte a sequestro solo dopo aver trovato luoghi di accoglienza alternativi. Specie se l'intervento della polizia dovesse portare a problemi di ordine pubblico, come è accaduto in via Curtatone.
 

La decisione rischia di trasformarsi in una sorta di commissariamento per il sindaco di Roma, Virginia Raggi e, in generale per le amministrazioni cittadine che non dovessero collaborare ai piani di intervento delle prefetture locali. Ad occuparsi di dove sistemare gli occupanti abusivi saranno proprio i rappresentanti del governo, anche a prescindere dalle indicazioni delle amministrazioni locali. Il che vuol dire che, per motivi di sicurezza, potrebbero spingersi a requisire palazzi pubblici in cui ospitare almeno in una prima fase le persone che hanno perso l'alloggio (solo famiglie con minori o anziani entrano in un circuito di accoglienza più stabile).

Finora, la collaborazione tra amministrazioni locali e prefetture ha sempre portato a gestire parallelamente i due piani. Da un lato l'ordine pubblico, anche in esecuzione delle ordinanze del tribunale proprio come in via Curtatone. Dall'altro le amministrazioni locali che si occupano di reinserire gli sgomberati, anche per evitare problemi più generali. Il ruolo affidato alle amministrazioni cittadine ha anche fatto in modo che fossero però i comuni a mediare i tempi degli interventi delle forze dell'ordine, da un lato. E dall'altro ha consentito loro di scegliere dove spostare - almeno temporaneamente - gli ex occupanti, in molti casi persone non facili da integrare, con problemi economici, senza lavoro o permesso di soggiorno.

COME FUNZIONA
E' così anche per i luoghi di accoglienza di migranti e richiedenti asilo. A Roma, ad esempio, i centri Sprar raccolgono poche migliaia di persone e hanno tutti sede fuori dall'area geografica della città. Proprio per questo, l'intervento del ministro potrebbe rivelarsi un boomerang per il sindaco. Al titolare dell'interno non è piaciuta neppure l'accusa che il sistema di accoglienza presente oggi a Roma non funzioni o sia al collasso, come ha sostenuto il sindaco ieri in un lungo post su Facebook. Dagli uffici del Viminale fanno notare che in realtà i luoghi di accoglienza non vivono oggi particolari criticità, anche grazie alla riduzione degli sbarchi. Il sistema Sprar, tra l'altro, pesa pochissimo sulle spalle del comune di Roma. Non è neppure vero che questi luoghi aprano le loro porte solo per pochi mesi. Gli Sprar, ospitano i richiedenti asilo, a spese del governo, per tutta la durata dell'iter che porta all'eventuale ottenimento dello status di rifugiato, periodo che richiede anche un anno e mezzo di tempo. Ottenuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari, e dunque il diritto a lavorare, i rifugiati restano nelle strutture almeno altri sei mesi.

Nella polemica entra anche l'associazione dei prefetti: «Le occupazioni abusive vanno o no tollerate? Lo si stabilisca nei luoghi a ciò deputati, c'è un Parlamento per questo», afferma Antonio Corona a nome dell'Associazione Prefettizi, che in merito alle polemiche sullo sgombero dei migranti a Roma ricorda che «il medesimo Parlamento proprio al fine di avviare un graduale quanto costante processo di superamento del fenomeno delle occupazioni, appena nell'aprile scorso ha convertito nella legge n. 48/2017 il decreto legge 14/2017, il cosiddetto «pacchetto Minniti».

 
Ultimo aggiornamento: 13:50