Sgomberi, Di Maio: «Sono per la legalità e la moralità»

Martedì 29 Agosto 2017
La polemica sugli sgomberi
«In questi giorni ancora una volta sono stato definito fascista, razzista, addirittura imprenditore della paura». Mette i puntini sulle i Luigi Di Maio e rispode ai suoi detrattori esterni e interni.  
La questione è quella degli sgomberi a Roma.
«Non ho mai giustificato alcuna violenza della polizia, neanche verbale.
Non ho mai pensato né detto che il Sindaco di Roma o il Governo nazionale non dovessero occuparsi dei migranti
» scrive, in un lungo post su facebook, il vice presidente della Camera M5S Luigi Di Maio.

«Nella mia idea di Paese la polizia non spezza le braccia a nessuno, non lo minaccia neanche. Non si lanciano neppure bombole di gas contro la polizia, né si occupano edifici privati o pubblici. Sono sempre stato per la legalità e la moralità», spiega Di Maio che sottolinea: «sono ancora fermamente convinto del valore della mediazione e dell'integrazione. Penso però che al di là della tua nazionalità, se vuoi partecipare al processo di integrazione e accoglienza devi rispettare le regole che si è data quella comunità che ti accoglie».

«Io le manganellate qualche volta ho rischiato di prenderle: nel periodo in cui nella Terra dei fuochi ci opponevamo all'apertura delle discariche nel parco nazionale del Vesuvio. Quando si verificarono i fatti del G8 di Genova che videro la morte di Carlo Giuliani, ero al Liceo. Una delle prime iniziative che organizzai da rappresentante degli studenti fu invitare suo padre ad un'assemblea di istituto per fargli raccontare cosa fosse accaduto secondo lui. Non ci raccontò una storia polizia contro manifestanti
». Parlammo di responsabilità politiche. Ancora oggi uno dei massimi responsabili di quella tragedia è a capo delle partecipate di Stato, nominato da destra e sinistra in tutti questi anni», scrive Di Maio che precisa: «quando giudichiamo le nostre forze dell'ordine dobbiamo farlo con onestà intellettuale e rispetto: sono persone che guadagnano 1300 euro al mese e devono portare a casa la pelle. Ho conosciuto alcuni di loro costretti ad andare alla mensa Caritas per pagare gli alimenti alla ex moglie. Chiediamo loro altissimi livelli di professionalità, ma la loro formazione lo Stato l'ha ridotta ai minimi termini. Condanno senza se e senza ma chi tra loro sbaglia, ma non farò mai di tutta l'erba un fascio».

«Nel 2011 sono stato tra i volontari che accolsero i primi migranti nel mio comune dopo i bombardamenti della Libia. C'era bisogno di volontari perché nonostante il Governo avesse stanziato fior di quattrini per la gestione dell'emergenza, fu da subito evidente che i famosi 38 euro al giorno finissero ovunque, tranne che nei servizi a chi scappava dalle bombe», scrive ancora l'esponente M5S che poi sottolinea: «In questi anni ho capito che ci sono dei temi che sono come l'alta tensione. Quando li tocchi prendi la scossa. Non solo perché tocchi forti interessi di sistema, ma anche perché i media sanno che possono riuscire a farti perdere consensi. E quindi ci sguazzano. L'immigrazione è uno di questi. È un grande business che sta finanziando la carriera di politicanti senza scrupoli o le mafie. Ma ogni volta che provo a denunciare le follie che riguardano questo ambito, l'opinione pubblica viene divisa dai media in fascisti e comunisti, razzisti e ipocriti».
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