L'arte della trattativa di governo per Giggino e Matteo - di M. Ajello

Lunedì 14 Maggio 2018 di Mario Ajello
Roma-Milano.
Milano-Roma. In treno. In aereo. Vai e vieni tra le due città, per Luigi Di Maio e Matteo Salvini. Devono chiudere la trattativa per il governo - oggi si negozia a Roma - e nei viaggi almeno hanno tempo per leggere. Dovrebbero sfogliare, per riuscire meglio nel loro intento di dare un esecutivo all'Italia, le pagine di un vademecum appena uscito e perfetto per la missione dei due leader. S'intitola: "L'arte di negoziare, lo ha stampato Il Corbaccio e lo hanno scritto Roger Fisher, William Ury e Bruce Patton. È un best seller internazionale. E se Di Maio e Salvini vogliono ottenere il meglio dalla trattativa in corso, ed evitare che si arrivi allo scontro o al flop, seguano queste dritte brevi e di pronto impiego. "Affrontate il problema, ma le persone". Ossia restare incollati al merito delle cose. Esempio: che fare sulla Tav? E non: sulla Tav non si può fare niente perché la donna forte grillina della trattativa è Laura Castelli, una No Tav. E poi: "Non concentratevi sugli interessi, ma sulle posizioni". Ovvero: non attribuire all'interlocutore chissà quali secondi fini - Salvini sotto sotto vuole favorire Berlusconi? Ecco, questo sospetto non deve esistere - ed esse sincero pretendendo in cambio sincerità. Ancora: "Non fate barricate sulle vostre idee, modulatele". O meglio: "Siate concreti ma elastici". Regolette così, per Giggino e Matteo. Ma purtroppo in questo manuale e neppure in tutti gli altri non c'è scritto il nome del Terzo Uomo, non vengono indicate le generalità, l'indirizzo di casa e quello professionale, il curriculum e i meriti della persona giusta a cui affidare il governo, e dunque manca l'essenziale.
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