Luigi Di Maio oggi ha precisato la portata del reddito di cittadinanza.
Parole che hanno innescato la reazione del Pd con il segretario reggente, Maurizio Martina, e con il presidente Matteo Orfini. Ha detto il primo: «Ora il reddito di cittadinanza è diventato un lavoro socialmente utile. Altro che cambiamento. Ci dicano come useranno i 3 miliardi già disponibili per il reddito di Inclusione contro la povertà che chiediamo di allargare». E Orfini ha aggiunto: «Apprendiamo da Di Maio che il reddito di cittadinanza è la riproposizione dei vecchi lavori socialmente utili. Da Tria invece scopriamo che non si farà quest'anno perché non ci sono soldi. 20 giorni al governo e le solenni promesse elettorali si sono sciolte come neve al sole».
© RIPRODUZIONE RISERVATA Nel farlo, però, ha finito per ridisegnare l'identikit dei famosi lavori socialmente utili in voga negli anni passati. «Obiettivo del reddito di cittadinanza non è dare soldi a qualcuno per starsene sul divano», ha spiegato il vicepremier e ministro del Lavoro, «ma è dire con franchezza: hai perso il lavoro, il tuo settore è finito o si è trasformato, ora ti è richiesto un percorso per riqualificarti e essere reinserito in nuovi settori. Ma mentre ti formi e lo Stato investe su di te, ti do un reddito e in cambio dai al tuo sindaco ogni settimana 8 ore lavorative gratuite di pubblica utilità».
Parole che hanno innescato la reazione del Pd con il segretario reggente, Maurizio Martina, e con il presidente Matteo Orfini. Ha detto il primo: «Ora il reddito di cittadinanza è diventato un lavoro socialmente utile. Altro che cambiamento. Ci dicano come useranno i 3 miliardi già disponibili per il reddito di Inclusione contro la povertà che chiediamo di allargare». E Orfini ha aggiunto: «Apprendiamo da Di Maio che il reddito di cittadinanza è la riproposizione dei vecchi lavori socialmente utili. Da Tria invece scopriamo che non si farà quest'anno perché non ci sono soldi. 20 giorni al governo e le solenni promesse elettorali si sono sciolte come neve al sole».